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giovedì 13 gennaio 2011

Pane e Indignazione



Riepiloghiamo i fatti: ieri Berlusconi era a Berlino per incontrare il cancelliere tedesco Angela Merkel.

Piccolo inciso: Di cosa hanno parlato?
Quanti inviati ci saranno stati ieri a Berlino? Nessuno o quasi che ci abbia detto mezza parola sul motivo dell’incontro e sui temi affrontati. Euro? Banche?  Scacchi? Dieta post vacanze? niente. Chiuso l’inciso, proseguiamo.

Berlusconi si presenta davanti ai giornalisti dopo l’incontro con la Merkel e gli viene chiesto un commento sulla vicenda di Mirafiori.
Risposta: “Riteniamo positiva la direzione che sta prendendo la vertenza, che è quella di una "maggiore flessibilità”.
E se al referendum vincesse il no?  “le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri Paesi”.
Non l’avesse mai detto, apriti cielo, Bersani, la Camusso, Vendola, tutti a litigarsi microfoni e megafoni per intonare il solito coro di risposte in ciclostile  all’insegna del “si vergogni!” condite da amenità varie, inviti all'esilio, ipotesi di denuncia per alto tradimento(!),  d’altra parte è pur vero che “gli paghiamo uno stipendio per fare gli interessi dell’Italia e non per far andare via la roba”.

Un momento un momento, riavvolgiamo il nastro e rivediamo l’azione rallentata perché a velocità normale deve esserci sfuggito qualcosa: Marchionne fa una proposta industriale che, caso strano parlando di FIAT, una volta tanto i soldi promette di metterli sul tavolo e non di chiederli allo stato con il piattino in mano, e subordina l’investimento all’accoglimento di questo suo progetto da parte dei lavoratori, diversamente i capitali voleranno verso altri lidi.

Vediamo come si sono mossi gli altri protagonisti dell’azione:
Tanto per cominciare qualcuno potrebbe osservare che il governo, nel giro di 48 ore, è stato accusato prima di essere latitante, e poi di essere eccessivamente coinvolto, il che pone qualche piccolo problema di credibilità dell'impianto accusatorio, ma in ogni caso non è chiaro chi tra questi signori stia facendo qualcosa per far rimanere gli investimenti a casa.
La Camusso, vista la proposta di accordo, non l’ha firmata. E appena uscita dalla stanza è salita sulle barricate alzate dal fronte del “no”. Non è ancora scesa.
Vendola, in una delle tante gite in giro per l’Italia che si concede, nel molto tempo libero lasciatogli dall’amministrazione della regione Puglia, è addirittura arrivato ai cancelli di Mirafiori per invitare gli operai della FIAT a rispedire al mittente la proposta di Marchionne.
Bersani…bhe Bersani è il segretario del PD quindi non può avere una posizione precisa su nessuna questione che non riguardi la fine politica di Berlusconi. “Né con la FIOM né con Marchionne” (suona familiare?) come ha sintetizzato D’Alema, da sempre promotore del concetto di equivicinanza, che sarebbe l’equidistanza che ha fatto l’abbonamento a “La Repubblica”.
Vediamo di metterci d’accordo su chi è che spinge la “roba” all’estero: chi fa una scelta chiara a favore di un progetto che porta nelle fabbriche italiane 1 miliardo di euro? O chi fa propaganda per il no? O magari chi si balocca tra il “ni” e il “so”?

Berlusconi, come spesso gli succede, ha detto un’ovvietà che chiunque abbia un barlume di senso pratico sapeva già, e cioè che se un imprenditore si vede rifiutare dai lavoratori il consenso al suo progetto (dopo aver già compiuto l’atto di coraggio di pensare di investire in Italia, aggiunge il sottoscritto) ha più di un motivo per guardare altrove. Ergo a Mirafiori faranno bene a votare “si” se vogliono la certezza di tenersi i soldi, e la produzione, visto che i capitali privati hanno il diritto di andare dove vogliono e quelli FIAT hanno già il biglietto in mano, pronti a salpare verso destinazioni già gettonatissime dagli euro di tante altre aziende che delocalizzano fuori dal vecchio continente, senza che glielo debba dire  Berlusconi.

Quando la finiremo di scandalizzarci per l’ovvio? Di saltare sulla sedia e strabuzzare gli occhi ogni volta che qualcuno fa un discorso di comune buon senso senza perdersi nei loop infiniti di chi non ha niente da dire ma ama da matti farsi ascoltare? Cari Camusso, Vendola e Bersani, agli operai FIAT serve lavoro, non indignazione a comando. “Pane e indignazione” a lungo andare lascia un gran vuoto nello stomaco.

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