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domenica 9 gennaio 2011

La Società Civile



La Società Civile con la FIOM. Gli intellettuali si mobilitano contro Marchionne e firmano un appello a sostegno della FIOM per condannare l'accordo sullo stabilimento di Mirafiori, definito "l’equivalente funzionale, seppure in forma post-moderna e soft, dello squadrismo contro le sedi sindacali, con cui il fascismo distrusse il diritto dei lavoratori a organizzarsi liberamente".
I promotori sono l'inevitabile Paolo Flores D'Arcais, l'onnipresente Andrea Camilleri e l'inossidabile Margherita Hack (che lasciamo stare perché colta in queste ore da improvviso amore Berlusconiano, per la nota vicenda dei Colibrì, e non è bello parlare male di chi ha slanci simili), tra i firmatari tutti o quasi i nomi belli dell'intellighenzia illuminata di questo paese: c'è Dario Fo, c'è Franca Rame, c'è ovviamente Gino Strada, risponde all'appello Sergio Stanio, figuriamoci se potevano mancare Furio Colombo, Piergiorgio Odifreddi e Fiorella Mannoia, e poi c'è Gianni Vattimo che tra fenomeni, scrittori, geni e premi nobel riesce comunque a spiccare per il suo pedigree.
Vattimo ha tutti i segni particolari dell'Oracolo: è un eurodeputato dell'IdV, è un filosofo, ha un blog sul sito del Fatto Quotidiano, insomma è uno di quelli che quando parlano vanno ascoltati in silenzio per capire come va il mondo e, soprattutto, come dovrebbe andare.

Mercoledi sera Gianni Vattimo è intervenuto in diretta alla Zanzara di Giuseppe Cruciani, e ha ribadito che Marchionne applica logiche da campo di sterminio nazista, poi, da degno ispiratore della parte migliore della società civile, ci ha spiegato nell'ordine: che Confindustria è più o meno roba della malavita, che i sindacati che hanno firmato l'accordo di Mirafiori sono paragonabili ai ladri che tengono famiglia, che l'antioccidentalismo e antisemitismo di Ahmadinejad è "abbastanza condivisibile" e infine ha concluso sposando la decisione "finalmente indipendente" di Lula di non estradare Cesare Battisti perché diversamente sarebbe stato un trionfo dei "banditi" del governo Berlusconi. Questo con buona pace delle leggi, delle condanne definitive per omicidio e dei familiari delle vittime che tanto "non ne caverebbero niente". Amen.
Insomma la morale è che pur di fare un dispetto a Berlusconi va bene anche lasciare un pluriassassino in libertà. Ci sarebbe da stupirsi se queste considerazioni non venissero dalla stessa persona che lo scorso febbraio arrivava ad ipotizzare una candidatura per Massimo Tartaglia, decorato sul campo per l'aggressione a Berlusconi a Piazza Duomo. Merito ritenuto però politicamente insufficiente, forse perché Tartaglia non colpì abbastanza forte?

Questa signori è la società civile. Figuriamoci quella incivile...

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