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venerdì 28 gennaio 2011

Gli Intoccabili


Una sola regola: non ci sono regole”. E' la formula d’obbligo per introdurre quei combattimenti da cui il pubblico sa di potersi aspettare di tutto perché nessun colpo è proibito.
Immaginate cosa succederebbe se nel bel mezzo di un evento del genere uno dei protagonisti  iniziasse a sbracciarsi, reclamasse a gran voce un microfono e poi, con aria grave e un filino sconvolta, si rivolgesse al pubblico in sala per denunciare di aver ricevuto uno scappellotto in testa. Verrebbe preso, messo su una barella e spedito dal medico, e non per farsi mettere i punti.

In Italia nessuno l’ha mai formalizzato ma il “non ci sono regole” è in vigore da un pezzo.
E quando una Procura ordina 100mila intercettazioni al solo scopo di farle pubblicare dai giornali vuol dire che siamo alla licenza di uccidere, vale tutto.

Qualcuno ha sentito una voce di peso della civilissima opposizione levarsi contro lo scempio rappresentato da valanghe di conversazioni private che vengono lette da attori sulle reti della tv pubblica? Macché, se sputtanano Berlusconi hanno il bollino democratico, è fango costituzionale, niente di male.
L’altroieri il deputato dell’IdV Pierfelice Zazzera ha trovato perfettamente normale leggere brani scelti da intercettazioni telefoniche (non quelle della Boccassini, ma in Italia a intercettazioni c’è da scegliere) durante il dibattito alla Camera sulla sfiducia a Bondi, raggiungendo picchi di prosa degni del dibattito sul Ministero della Cultura. A parte un paio di richiami della presidenza nessuno ha avuto da ridire.
Insomma siamo desensibilizzati, niente ci offende e niente ci oltraggia: “non ci sono regole”, nessun colpo è proibito. E’ la guerra bellezza, e qui non vale nemmeno la Convenzione di Ginevra.

Un momento però: non ci sono regole finché a picchiare sono i “buoni”. Se ai “cattivi” viene la bislacca idea di provare a difendersi devono farlo in punta di fioretto, perché i “buoni”, quando si parla di loro, diventano di pelle sensibile.
Succede così che ieri, dopo giorni passati a sguazzare allegramente nel fango mediatico tra insulti, volgarità e pecoreccio vario, le anime belle dell’opposizione abbiano sentito il bisogno di lasciare  l’aula per non ascoltare lo scabroso intervento del ministro Frattini che, rispondendo ad un interrogazione, in spregio al comune senso del pudore, ha preso la parola al Senato per dire che le carte inviate dal governo di Santa Lucia sulla proprietà del famoso appartamento di Montecarlo sono autentiche e che - mandate a letto i bambini, arriva la parte vietata ai minori - “la lettera quanto il documento allegato sono stati inviati per le valutazioni di competenza alla Procura della Repubblica di Roma”.

La sensibilità di chi ieri ha abbandonato l’aula era già stata messa a dura prova, qualche giorno prima, dall’inqualificabile intervento di Berlusconi durante la trasmissione “L’Infedele” di Gad Lerner. Insomma c’è un limite a tutto, il fatto che una mezza dozzina di persone ti insulti per due ore in prima serata non vuol dire che tu abbia il diritto di replicare senza nemmeno fare i rituali complimenti per la trasmissione.
Ha perso il senso della misura” è stato il commento di Futuro e Libertà.

Certo è facile fare i maestrini dalla penna rossa quando sotto al fuoco nemico ci sono gli altri. Ma quando ai maestrini capita di trovarcisi in prima persona ripongono delicatamente la penna nel cassetto e dimostrano di saper far roteare l’ascia.
Come si permettono questi berlusconiani di mettere in discussione l'onorabilità del Presidente della Camera? E su basi così inconsistenti poi. Perché se l’accusa a Berlusconi si fonda sulla solida roccia di qualche allusione presa qua e là tra mille chiacchiere in libertà, quella a carico di Fini ha come debole pezza d'appoggio  solo un  documento ufficiale, nero su bianco, di un governo straniero. Carta straccia
Comprensibile dunque che Bocchino indica una conferenza stampa per dirci che l’affare Montecarlo è una “operazione di marco goebelsiano”, il Presidente del Consiglio è “il mandate” e il Ministro degli Esteri è un “fattorino” che risponderà della sue colpe al Tribunale dei Ministri. E infine, per concludere in gloria, “se c'è un presidente che deve dimettersi è Schifani” (frase poi rimangiata alla prima domanda utile). Un esempio di raro senso della misura.

E che dire della reazione stizzita ed oltraggiata della Procura di Milano che, dopo aver messo la firma sulla più abnorme operazione di sputtanamento ad personam che si ricordi, ha trovato il coraggio di dirsi scandalizzata per la “denigrazione” e gli “attacchi personali” di un organo di stampa che, non avendo i mezzi invasivi della procura, non può che limitarsi a riportare e commentare pubblici atti del CSM?

Cari signori, nessuno può pretendere di essere intoccabile. Chi ha ridotto il livello del dibattito pubblico italiano ai livelli di bassezza di cui siamo testimoni da anni, scatenando o cavalcando  campagne di fango in cui non ci sono limiti e tutto è permesso, è l’ultimo a potersi lamentare se la sera torna a casa con qualche schizzo sui vestiti.

4 commenti:

  1. "..le leggi la morale e la religione sono pregiudizi borghesi che nascondono altrettanti interessi borghesi". Karl(etto) Marx- Il Manifesto del Partiro Comunista.
    Salvo naturalmente le leggi, la morale e la religone che riguardano il loro potere e i loro interessi..
    Pippo il Vecchio

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  2. Li conosciamo bene Pippo. Quelli di lungo corso e quelli che...diciamo...stanno studiando.
    Benvenuto sul blog, a rileggerci.

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  3. http://www.youtube.com/watch?v=E4vdY-F20uk
    però è divertente :D

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  4. Altroché se lo è, stavo proprio pensando che ne sentivo la mancanza in questo blog! :)

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