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lunedì 17 gennaio 2011

Road to Nomination: 4 - Sarah Palin



Continua la Road to Nomination di questo blog. Grazie ai minispecial di Fox News andiamo a conoscere meglio 12 potenziali candidati alla nomination repubblicana per l'elezione presidenziale del 2012. Oggi è il turno di Sarah Palin.


E’ diventata una star dal momento stesso in cui  John McCain l’ha candidata, a sorpresa, alla vicepresidenza nel 2008.
Ha suscitato l’entusiasmo delle masse, ma allo stesso tempo è diventata bersaglio dell’ironia delle trasmissioni del sabato sera e ha dovuto affrontare numerosi pettegolezzi sulla sua vita privata e perfino sul suo guardaroba.

Due anni e molte interviste dopo la sua popolarità da star non dà segni di cedimento, così come la sua predisposizione ad attirare attacchi da sinistra. Questo non fa che rendere maggiore l’attesa per la sua decisione di correre per le primarie.

Non lo so ancora. Se ci saranno altre persone disposte a lavorare duro e a sostenere i sacrifici necessari, sia dal punto di vista individuale che familiare, per essere un candidato e un eletto, io continuerò a fare quello che faccio, e li sosterrò per aiutarli ad essere eletti.
Ma se penserò che non ci sia nessun altro davvero disposto a fare questo lavoro, a prendere le decisioni difficili che vanno prese, allora farò il sacrificio di correre per la presidenza”.

Secondo lo scrittore conservatore Angelo Codevilla la Palin è sottovalutata tra i suoi potenziali avversari “E’ una persona notevole. Non ha avuto nessun vantaggio o privilegio, è una madre e una moglie, si  è occupata del consiglio scolastico, poi è diventata sindaco, ha corso come governatore e ha battuto gente con molta più esperienza di lei. E’ stata introdotta sul palcoscenico della politica nazionale ed è stata calunniata come penso nessun altro politico nell’ultimo secolo, eppure continua ad ispirare milioni di persone”.

Tra i sostenitori della Palin c’è una grande fetta del movimento del Tea Party che contesta la continua espansione dello stato.

Gli americani ci dicono che non possiamo continuare a gestire le cose in questo modo a Washington. La gente vuole uno stato più leggero, più deleghe agli stati e più diritti individuali, solo così torneremo sulla strada giusta”.
“Dobbiamo dire ai burocrati ‘no, non è che i soldi per i programmi governativi devono necessariamente crescere solo perché è un anno nuovo’ perché dare per scontato che la spesa statale deve necessariamente crescere anno dopo anno?”
“Gli stimoli economici di Obama ci sono costati 1000 miliardi di dollari e sono riusciti solo a stimolare la gente del Tea Party a dirci di piantarla con cose del genere. La riforma sanitaria di Obama alla fine ci costerà altri 3000 miliardi, la dobbiamo abrogare, non la dobbiamo finanziare e trovare soluzioni diverse che abbiano al centro il paziente e siano basate sul mercato. Se prendiamo 1000 miliardi qua e 1000 miliardi là iniziamo a  fare un bel numero”.

Il tema di politica estera più delicato ed importante del momento:
Non possiamo permettere che l’Iran metta le mani sulle armi nucleari. Se non facciamo la cosa giusta possiamo solo immaginare quali saranno le conseguenze”.

Secondo Larry Sabato la Palin “E’ in una buona posizione per vincere le primarie, ma non per l’elezione generale, perché è il candidato che polarizza maggiormente l’elettorato e i candidati polarizzanti raramente diventano presidenti”.

Quando le viene detto che, secondo gli analisti, lei avrebbe difficoltà a raggiungere il “centro”, cioè gli elettori più moderati, lei risponde così:
Non farò compromessi sulle cose in cui credo, come la convinzione che uno stato leggero sia molto più sensato di quello che vediamo oggi, e che i diritti individuali e il libero mercato siano la risposta ai problemi che abbiamo davanti”.

In molti, incluso Karl Rove, hanno messo in dubbio che la Palin abbia la serietà e l’affidabilità per essere un candidato plausibile alla Casa Bianca. La sua risposta?

Non so che impressione potesse fare pensare a Ronald Reagan, che veniva da una carriera di attore, nello Studio Ovale.”
Vedi un collegamento tra la tua situazione e quella di Reagan?
Lo hanno accusato di essere troppo idealista, troppo superficiale, troppo ottimista, troppo indipendente. Su certe cose noto forse delle somiglianze tra noi, anche se nessuno può essere paragonato a Ronald Reagan”.

Come Obama la Palin è uscita dall’anonimato in tempi relativamente recenti, e se Obama aveva l’attrattiva del primo candidato di colore alla presidenza, la Palin potrebbe diventare la prima donna a correre per la Casa Bianca. Gli elettori potrebbero essere attirati dalla prospettiva di una scelta che fa la storia?

“Se correrò la mia campagna non sarà convenzionale, non ho mai fatto sondaggi prima di accettare una sfida, non ho mai avuto un comitato a dirmi cosa avrei dovuto o non dovuto fare. Se penso che una cosa sia giusta mi ci butto e la faccio”.

My Two Cents for free: Sarah Palin è davvero quello che si dice una star, uno di quei personaggi politici che fa parlare di sé anche persone che di politica non si interessano. Ma è vero che si tratta di una figura molto polarizzante: è idolatrata da chi la ama, ma la maggior parte degli altri semplicemente la detesta. In un’elezione in cui c’è bisogno del 51% per vincere questo è uno svantaggio.
D’altra parte non bisogna dimenticare che, secondo un sondaggio Gallup dello scorso novembre, tra gli elettori indipendenti il Tea Party è più popolare sia del Presidente Obama, sia dei repubblicani “tradizionali”, e pochi sono più in sintonia con il Tea Party della Palin.
Detto questo però la mia opinione è che la Palin sia perfetta per motivare l’elettorato a sostegno di questo o quel candidato, in certi stati può fare la differenza, ma non la vedo battere Obama in una competizione nazionale. Ha carisma da vendere, specie se paragonata ad altri candidati, ma il paragone con Reagan si ferma qui. Reagan era riuscito a farsi eleggere governatore di uno stato liberal come la California, dimostrando di poter davvero raggiungere il centro - cosa poi confermata in modo addirittura sbalorditivo dalla valanga di voti elettorali del 1980 e del 1984 (quando vinse 49 stati su 50) – la Palin ha vinto in Alaska. C’è una bella differenza.
Sarah Palin era qualcosa di cui il GOP aveva e ha ancora bisogno, ha ridato entusiasmo ad un partito depresso che non riusciva più a guardarsi allo specchio, ha una grande capacità di entrare in sintonia con la gente. Al netto di certe sue uscite è una risorsa, ma ho qualche dubbio che il modo migliore di sfruttarla sia farla correre per la Casa Bianca. Ma, parlando della Palin, possiamo aspettarci di tutto.

Next Stop: Washington, per incontrare il deputato dell'Indiana Mike Pence.

Fermate precedenti:

2 commenti:

  1. “Se correrò la mia campagna non sarà convenzionale, non ho mai fatto sondaggi prima di accettare una sfida, non ho mai avuto un comitato a dirmi cosa avrei dovuto o non dovuto fare. Se penso che una cosa sia giusta mi ci butto e la faccio”.

    Secondo me questo passaggio chiarifica più di tanti discorsi il motivo per cui è bene sperare che NON si candidi alla presidenza.
    C'è anche da considerare come i candidati troppo "alla Palin" abbiano toppato alle mid term.
    Per il resto son d'accordo con te.

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  2. Decisamente non la vedo prevalere su Obama nei swinging states. Magari accrescerebbe il vantaggio del GOP altrove, ma non è quello che ci vuole per arrivare ai fatidici 270 voti.

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