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lunedì 24 gennaio 2011

Road to Nomination: 7 - Tim Pawlenty



Continua la Road to Nomination di questo blog. Grazie ai minispecial di Fox News andiamo a conoscere meglio 12 potenziali candidati alla nomination repubblicana per l'elezione presidenziale del 2012. Oggi incontriamo un uomo tranquillo: Tim Pawlenty.

Molti americani non avevano mai sentito il nome di  Tim Pawlenty prima del 2008, quando il popolare governatore del Minnesota arrivò vicino ad essere scelto da McCain per completare il ticket presidenziale.
Alla fine McCain scelse Sarah Palin. Pawlenti ci restò male?
No, io rispetto e ammiro davvero John McCain, sarebbe stato un onore essere scelto, ma non sono il tipo di persona che si guarda indietro con questo genere di rimpianti”.

Quando Pawlenty venne eletto governatore del Minnesota lo stato aveva un deficit di più di 4 miliardi di dollari, quasi il 20% del suo prodotto interno.
I democratici avevano in progetto di recuperare denaro aumentando le tasse sul reddito, sui carburanti e sull’alcol, ma Pawlenty ha preso una strada diversa, tagliando la spesa dello stato di 3 miliardi.
Vorrei poter dire che fu una scelta bipartisan, che convinsi tutta l’assemblea e che tutto si svolse in modo tranquillo. Per alcune cose fu così, ma ci furono anche momenti molto duri, andammo anche per tribunali. Ho tagliato personalmente il bilancio di 3 miliardi”.

La maggior parte dei tagli riguardarono i trasporti, lo stato sociale e altri servizi.
Così facendo Pawlenty si è meritato, insieme a soli altri 3 governatori dell’intera nazione, la definizione di “amministratore parsimonioso” da parte del  Cato Institute. Il Washington Post lo vede invece in ottima posizione per rimodellare l’immagine del GOP.

Pawlenty sta facendo tutto quello che serve per preparare una campagna presidenziale, si vede spesso in Iowa e New Hampshire, ovvero gli stati che daranno il via alle primarie. Ha già deciso di candidarsi?
Non ho ancora deciso, è una possibilità a cui sono aperto, ma non c’è niente di deciso”.

In agosto Pawlenty e sua moglie hanno partecipato alla fiera dello stato dell’Iowa, punto di passaggio obbligato di ogni candidato presidenziale.
Allo stesso tempo Pawlenty ha costituito una fitta rete di relazioni facendo campagna per molti deputati repubblicani e mettendo su tre comitati che hanno contribuito a finanziare ben 160 candidati nelle ultime elezioni di mid term. Così facendo si è guadagnato il favore di 160 potenziali sostenitori che potrebbero tornargli utili se decidesse di correre”

Quanto è cambiato l’atteggiamento degli elettori americani rispetto al 2008?
Non c’è dubbio che sia cambiato. Nel 2008 gli americano hanno votato per il cambiamento puro e semplice. Adesso penso che abbiano visto che per molte cose abbiamo bisogno di un diverso tipo di leadership. La gente ha dimostrato di pensare che Obama e la Pelosi abbiano esagerato”.

Il più importante tema di politica estera.
Non c’è dubbio che gli Stati Uniti debbano fronteggiare delle minacce di sicurezza nazionale.
Sono stato in Iraq cinque volte, in Afghanistan tre, sono stato in Medio Oriente, per tre volte in Cina, e ho condotto molte altre missioni finalizzate al commercio in giro per il mondo, ma secondo me il problema numero uno è fare il possibile perché l’America sia sicura e rispettata nel mondo. Il Presidente Obama a volte sembra fare confusione tra questo obiettivo strategico ed il suo desiderio di essere popolare”.

Da dove inizierebbe a tagliare il bilancio federale?
Penso che la riforma sanitaria sia una delle peggiori leggi che siano mai state fatte nella storia moderna dell’America. Farà aumentare i costi della sanità, non li diminuirà, e gonfierà il deficit anziché fare il contrario”.

Pawlenty viene a volte paragonato a Ronald Reagan per la sua capacità di governare da conservatore in uno stato liberal, ma molti analisti notano che a mancargli è il carisma di Reagan, la sua capacità di catturare l’attenzione del pubblico. E’ preparato e competente, ma tocca poco le corde emotive.
Bhe è una qualità che certamente non manca all’attuale Presidente. Ci sono momenti nella storia in cui l’intrattenimento è più importante, altri in cui a prevalere sono la sostanza e i risultati e in questo momento io posso mettere a confronto i miei risultati con quelli di ogni altro governatore del paese.”

Per David Yepsen non è necessariamente un male che Pawlenty sia un “candidato alla vaniglia” (per la sua moderatezza e competenza) “la vaniglia è un gusto di gelato molto popolare in America. Quando si tratta di eleggere un Presidente la gente può emozionarsi per questo o quel candidato, ma se si parla di chi vuoi vedere seduto nello Studio Ovale, con la mano sul bottone rosso, i candidati competenti e controllati tendono a piacere”.

Se nel 2012 la gente preferirà la competenza al carisma Pawlenty si farà trovare presente.


My Two Cents for free: Pawlenty è un moderato, e potrebbe funzionare se avesse al suo fianco un vice capace di mobilitare la base più “vivace”.
E’ un governatore e questo gli dà un profilo di uomo di governo molto più di quanto possa fare lo status di senatore.
Malgrado questo Pawlenty al momento ha una notorietà insufficiente per competere sulla “distanza” dei 50 stati. Ci sta lavorando, ha anche scritto un libro, insomma vuol provarci sul serio. La macchina dei finanziamenti è già avviata, vedremo in Iowa se e quanto sarà riuscito a convincere, ma deve farne di strada se vuol pensare di andare a lavorare nell’attuale ufficio di Obama.


Next Stop: Washington, dove faremo la conoscenza del senatore del South Carolina Jim DeMint

Fermate precedenti:
1 - Mitch Daniels
2 - Haley Barbour
3 - Mitt Romney
4 - Sarah Palin
5 - Mike Pence
6 - Mike Huckabee

2 commenti:

  1. Nella lista non ho visto Paul Ryan.
    Christian Rocca ne sta parlando da tempo.

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  2. La lista di questo primo approccio alla nomination è quella di Fox News.
    Ci sono certamente altri nomi "papabili" e la Road to Nomination potrebbe fare qualche fermata extra, ma non pensavo a Paul Ryan, intanto perché è un deputato e poi perché lui stesso ha escluso di avere mire presidanziali:

    http://blogs.abcnews.com/thenote/2010/02/palin-favorite-paul-ryan-rules-out-2012-run-for-president.html

    Ryan sta guadagnando peso nel GOP ma anche il WSJ, proprio oggi, parla di lui, in chiave 2012, come di un possibile candidato al Senato, più che alla Casa Bianca.
    Comunque vedremo, in questa fase ancora tutto è possibile, si parla perfino di un revival di Giuliani.
    Io sinceramente spero che altri nomi entrino in corsa perché (lo dico piano) secondo me tra questi 12 difficilmente c'è qualcuno in grado di battere Obama.

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