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domenica 9 gennaio 2011

Il Clima d'Odio


Finalmente li abbiamo convertiti.
Pochi minuti fa Giovanna Botteri, in collegamento da New York per il TG3, ci ha spiegato che l'attentato alla deputata democratica dell'Arizona Gabrielle Giffords - ad opera di un pazzoide al tempo stesso marxista e hitleriano, che si incappuccia e brucia la bandiera americana su Youtube e propone deliranti teorie complottiste sul controllo della mente attraverso la grammatica - è figlio del "clima d'odio" alimentato in America dai repubblicani e, naturalmente, da Sarah Palin, colpevole di aver messo nel mirino il seggio della Giffords in vista delle elezioni dello scorso novembre.

E perché mai non avrebbe dovuto metterlo nel mirino se si trattava di un seggio in bilico?
Ma il punto è un altro:
La sinistra italiana un anno fa rispedì al mittente l'accusa di aver contribuito a creare il clima che portò all'attentato a Berlusconi. Qualcuno andò oltre sbottando "Cosa c'entriamo noi? è lui che se l'è cercata".
Per chi non cogliesse il riferimento: in alto è visibile l'immagine dell'eloquente titolo che campeggiava sul sito dell'onorevole Antonio Di Pietro  poche ore dopo l'aggressione di Piazza Duomo: "Chi semina vento raccoglie tempesta".
Oggi però all'improvviso i media illuminati riscoprono il clima d'odio come fattore decisivo per spiegare l'atto violento di un estremista contro un personaggio politico. 

Come se il mirino, tutto politico, della Palin pesasse più delle accuse da codice penale che la sinistra nostrana rivolge abitualmente al suo odiato avversario, dandogli del "corruttore, mafioso, fascista, stupratore della democrazia". Accuse alle quali certa stampa, che oggi fa la faccia atterrita e costernata al pensiero di una politica fatta solo di insulti, non manca mai di fornire il megafono.

Ciliegina sulla torta del servizio della Botteri è stato alludere che la mano dell'estremista sia stata armata dalla tensione sociale provocata dalle dure leggi sull'immigrazione di cui si discute nello stato dell'Arizona.
Insomma vorrebbero farci credere che Gabrielle Giffords, che ci è stata subito presentata come una deputata pro aborto e pro ricerca sulle staminali, è diventata bersaglio del fanatico di turno a causa del suo convinto sostegno alle frontiere aperte a tutti. Peccato che la realtà vera non assomigli a quella raccontata dal TG3 nemmeno da lontano. Per rendersene conto basta leggere quello che la stessa Giffords scriveva, sulla sua pagine web, solo pochi mesi fa, quando denunciava duramente l'incapacità del governo federale di far rispettare i confini meridionali dell'Arizona e il conseguente forte impatto negativo dell'immigrazione clandestina.

Naturalmente auguriamo alla Giffords di rimettersi presto e completamente, così come auguriamo all'attentatore Jared Loughner, di 22 anni, (che ha causato la morte di sei persone) di passarne in galera almeno altrettanti. Sono queste le due sole cose che contano veramente.
Ma allo stesso tempo va rilevato ancora una volta non solo il doppiopesismo, ma anche la superficialità e, spesso, la mala fede di certi media di casa nostra, che danno il meglio di sé quando parlano di argomenti di cui lo spettatore medio è digiuno o quasi, sentendo di potersi spingere più in là che mai sul terreno delle invenzioni interessate, senza essere "tanati".

Da oggi in ogni caso il dado è tratto. La presa di coscienza è pubblica, acquisita. La conversione sul clima d'odio è  definitiva, irreversibile. Ci aspettiamo dunque che, nel malaugurato caso di nuovi atti di violenza e di intolleranza in Italia, la nostra stampa progressista consideri seriamente l'influenza su di essi del clima creato da alcuni settori della politica e la smetta di portare quotidianamente in trionfo personaggi che su questo clima costruiscono il loro consenso. Dite che rimarremo delusi?

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