ADNKronos Politica


mercoledì 5 gennaio 2011

Meno Male che c'è Carla Bruni



“Quanto più un paese riesce a parlare con una voce sola, tanto più questa voce viene ascoltata. E l'Italia, oggi, ha il diritto e il dovere di farsi sentire”.

Queste parole sono state scritte in questo blog poche ore dopo la vergognosa decisione di Lula di negare l’estradizione di Cesare Battisti.
Sono passati cinque giorni e il mondo politico non ha mancato di far sentire la sua voce (e ci mancherebbe) per condannare l’atto con cui uno stato estero ci ha negato il rimpatrio di un soggetto, che da noi è condannato all’ergastolo per omicidio, con la motivazione che all'interno dei nostri confini verrebbe perseguitato e discriminato.

Tutto bene. Ma si poteva fare meglio e non parlo solo dell’improvvisa afonia della sinistra urlatrice e piazzaiola che tutto ad un tratto ha scoperto il fascino discreto del sottovoce.
Sorvolando per amor di patria su certe prese di posizione della neo-destra moderna ed europea - che non è riuscita a trattenersi dal tirare fuori, anche da questa vicenda, una polemica casalinga contro il governo che onestamente c’entrava come un attaccapanni in una spiaggia di nudisti - bisogna rilevare che anche le manifestazioni di ieri, davanti all’ambasciata brasiliana, per quanto condivisibili nella sostanza, abbiano in fondo rappresentato un’occasione mancata.
La staffetta dei partiti che si danno il cambio in piazza (neanche fossero a Tribuna Politica), per non contaminarsi a vicenda finendo nella stessa inquadratura al TG, è lo specchio dell’incapacità tipicamente italiana di unire le forze, di parlare all’unisono, con una sola voce, anche nei rari casi in cui si dicono le stesse cose.

Negli Stati Uniti, dopo l’uragano Katrina, il presidente Bush chiamò due suoi predecessori per occuparsi congiuntamente della raccolta di fondi a sostegno della popolazione, erano Bush padre e quel Bill Clinton che lo aveva battuto nella corsa alla Casa Bianca anni prima. Non è che in America siano tutti amici, anzi, se le suonano di santa ragione, altro che Post-partisanship, ma non hanno paura di farsi fotografare insieme se l'occasione lo richiede. Ve la immaginate una cosa del genere in un’Italia dove riusciamo a farci la guerra anche sui terremotati dell’Abruzzo?

In parlamento verranno presentate delle mozioni e tutti le voteranno, cosa utile e lodevole, ma l’effetto sarebbe ben più convincente se di mozione ce ne fosse una sola, firmata (non solo votata) dai capigruppo di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione. A cosa serve presentare ognuno la propria mozione spostando le virgole da un capoverso all’altro?

Per carità, nessuno pensa che una mozione o un sit in possano riportare Battisti nelle patrie galere, ma fa tristezza vedere che questo paese non perde occasione per mostrare quelle debolezze che tante volte ne hanno fatto facile terra di conquista per chiunque, o quasi, ci abbia provato.

Sapete che vi dico? Meno male davvero che c’è Carla Bruni, che è felice di non essere più italiana, che porta in giro per i palazzi d’Europa quell’aria tipica dell’intellettuale radical chic con la puzza sotto il naso, che vive chiusa nella sua torre d’avorio ma si sente paladina dell’uomo della strada, che ha il debole per l’assassino scrittore, intercede per lui perché le è piaciuto il suo ultimo libro e lo va pure a dire in giro.
Almeno su Carla Bruni siamo tutti d’accordo e non ce ne vergogniamo, per le cose serie ci stiamo attrezzando.

3 commenti:

  1. Sono completamente d'accordo. Carla Burni non è una cosa seria

    RispondiElimina
  2. Passare a Michelle Obama sarebbe già un passo avanti verso il semi-serio.

    RispondiElimina
  3. "Sono completamente d'accordo. Carla Burni non è una cosa seria "

    Beh neanche Sarkozy è una cosa seria;come dice il detto chi si somiglia si piglia :-D

    Frank77

    RispondiElimina