ADNKronos Politica


lunedì 31 gennaio 2011

Nuotare o Affogare



C’era una volta il vantaggio tattico di Berlusconi, quello del 14 dicembre, quello delle opposizioni che sbattono il grugno sul voto di fiducia, prendono atto tra un cerotto e l’altro che l’unica alternativa alle elezioni è il governo in carica e mettono da parte i propositi di spallata. Quello della maggioranza che completa l’iter di approvazione della riforma dell’Università e tira la volata al federalismo.
E’ durato un mese, 30 giorni esatti, poi, venuto meno l’argine del legittimo impedimento, la politica è andata a ripararsi in soffitta mentre noi venivamo sommersi da un’ondata anomala di intercettazioni scosciate.

Che Berlusconi venga condannato per sfruttamento della prostituzione minorile non ci crede nessuno, ma che si continuerà a parlare di Ruby e delle sue “sorelle” per settimane non ci sono dubbi. Il rischio è che, per respingere gli attacchi concentrici della Procura e dei tribuni televisivi, il premier cada nella trappola di farsi risucchiare in un botta e risposta senza fine, tra telefonate e videomessaggi, sugli stacchetti delle Coloradine e le virtù pubbliche e private della Minetti.
E allora sarebbe fin troppo facile per Casini, Bersani e compagni riproporre repliche quotidiane della cantilena sul governo che si occupa solo dei problemi di Berlusconi e non di quelli del paese. Non aspettano altro.

Il Rubygate probabilmente è un solo polverone ad uso e consumo dei media e se così fosse la violazione della privacy di centinaia di persone sarebbe a maggior ragione ingiustificata ed inaccettabile, lo sappiamo, siamo d’accordo, è stato giusto dirlo e ci penseranno le prossime fughe di notizie da sotto le lenzuola a costringerci a ripeterlo chissà quante volte, ma adesso bisogna cambiare registro e ricominciare a parlare anche di altro, se non vogliamo lasciare a “Ilda la Rossa” il compito di decidere l’agenda del paese.

E' bastato che riprendesse corpo il sogno ventennale di accompagnare Berlusconi all’uscita che dà sul viale della pensione per ricompattare le opposizioni. Veltroni e Bersani, che non si potevano vedere nemmeno in fotografia, hanno cominciato a farsi gli occhi dolci, e anche i terzopolisti sono tentati dal grande abbraccio.
Ma basterà tornare a parlare di cose da fare, di riforme, di fisco, di giustizia, di federalismo, per vederli dividersi come hanno fatto fino all’altroieri. Se esiste ancora una maggioranza è su questi punti che deve battere un colpo e deve farlo in fretta, perché il dibattito di questi giorni sa sempre più di stantio e la gente inizierà presto a non poterne più.

Se l’esecutivo si mostrerà deciso sui temi che interessano l’elettore medio, e riguadagnerà qualche punto di popolarità, allora anche il famoso allargamento della maggioranza cesserà di essere un semplice argomento di conversazione da scenari ipotetici, non dei più avvincenti tra l’altro, e potrà diventare una prospettiva realizzabile anche nel mondo reale.
Non ci dimentichiamo che nessun parlamentare è insensibile alle sirene della rielezione e quanto più la coalizione di governo sembrerà in salute nei sondaggi, tanto più risulterà attraente per quei deputati, eletti sotto le insegne berlusconiane, che stazionano con poca convenzione nelle zone di frontiera del terzo polo e si guardano intorno, con aria spaesata, quando sentono parlare di sante ammucchiate di liberazione nazionale con D’Alema e Veltroni.

Il governo ha tutto l’interesse a spostare il baricentro del dibattito sul programma e se questo vuol dire impegnarsi in battaglie che dividono l’opinione pubblica tanto meglio, è così che si ritrova l’elettorato del 2008, come ha dimostrato il “bounce” seguito alla riforma Gelmini.
Quindi non è il momento di perdersi in polemiche autoreferenziali a loop infinito. Dateci velocemente, con i fatti, altro di cui parlare.
Adesso o si nuota o si affoga, prendiamo un bel respiro e vediamo se ne abbiamo abbastanza per arrivare fino a riva. Il fiato è prezioso, non sprechiamolo in chiacchiere.

2 commenti:

  1. La cecità degli schiavi del nano è imbarazzante quanto il nano stesso.
    Quando sparirà, mi auguro il prima possibile, chissà che fine farete, in cosa vi riciclerete...non idee né princìpi. Non resterà che un cumulo di macerie da restaurare e di risate del resto del mondo per aver permesso ad un beota eletto da beoti di giocare al dittatorello con la sua piccola monarchia in salsa televisiva.

    RispondiElimina
  2. Non è proprio cristallino quali siano le tue idee e i tuoi principi. In poco più di cinque righe hai alternato le solite banalità preconfezionate ad una serie di insulti perfettamente rappresentativi di quella civilissima parte politica che si autodefinisce democratica, salvo poi bollare come beoti e schiavi chi la pensa diversamente.

    Caro anonimo, Berlusconi presto o tardi finirà, lo sappiamo. Dopo di lui verrà qualcun altro e, stai sicuro, contro di lui userete la stessa retorica della delegittimazione che oggi riservate al "nano". Cambieranno gli argomenti, ma il succo resterà lo stesso. Dopotutto ognuno fa quello che sa fare.

    Ma finire non è da tutti caro anonimo, ci hai mai pensato? Solo quello che è iniziato può finire, e di gente ferma al palo di partenza è pieno il chiacchiericcio che sentiamo in questi giorni, chiamarli incompiuti sarebbe una sopravvalutazione.

    RispondiElimina