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venerdì 21 gennaio 2011

Il Grande Bluff


E’ facile giocare con un full servito, ma solo i grandi giocatori hanno sempre avuto il gusto del bluff, far credere agli avversari di avere una scala reale, mentre invece hai una coppia di otto”  diceva Anthony Quinn in “Bluff – Storia di Truffe e di Imbroglioni”.
Il gusto del bluff non ce l’hanno solo i giocatori da tavolo verde.
Che lo si usi nel poker, nello sport, o nella vita, la logica è sempre la stessa: se riesci a convincere il tuo avversario che ha già perso, tu finisci per vincere, per vincere facile, magari per abbandono.

Il bluff si applica anche alla politica. Ci ricordiamo la famosa quota 317 con cui i terzopolisti, poco più di un mese fa, volevano indurre il premier a rinunciare alla conta alla Camera?  E’ inutile che ti presenti in aula, noi abbiamo 317 firme sulla mozione di sfiducia, hai chiuso. Ma se ti dimetti saremo generosi, potremmo anche rimetterti in sella. Alle nostre condizioni, si capisce.

Com’è andata a finire lo sappiamo: la quota 317 non è mai esistita, e chi se l’era inventata ha preso una tale scoppola che solo da pochi giorni ha ricominciato a parlare in pubblico. Però ammettiamolo: ad un certo punto ci avevamo creduto tutti, chi più, chi meno. Cosa sarebbe successo se ci fossimo cascati fino in fondo? La partita del 14 dicembre non si sarebbe giocata, ma qualcuno l’avrebbe comunque vinta, e oggi avremmo un governo commissariato dai luogotenenti di Fini e Casini.

Adesso tocca al “caso Ruby”. Ci siamo ancora in mezzo e non sappiamo come andrà a finire, ma, per quello che abbiamo visto finora, la dinamica è sempre la stessa.
Fin dalle prime battute, con la richiesta del rito immediato, il messaggio è stato chiaro: ci sono “prove evidenti”, non serve nemmeno l’udienza preliminare, preparatevi al diluvio.
Sembrava che dovesse finire il mondo, almeno quello berlusconiano. Nell’attesa dei titoli di coda sono iniziati a spuntare qua e là i primi necrologi con gli immancabili elogi post mortem: ci mancherà, un vero leader, parlandone da vivo.
E’ passata una settimana, siamo ancora tutti qui e le croniste giudiziarie d’assalto sono ridotte a parlare delle ragazze di Colorado che vanno ad Arcore a fare lo “stacchetto”, o di quella carina che al presidente piace perché “sa tutto di calcio”.
Finora l’unico verdetto che abbiamo è che “le intercettazioni sembrano smentire definitivamente che Roberta Bonasia possa essere la fidanzata del presidente Berlusconi”. Roba grossa, le mura dei palazzi tremano.

E che dire della puntata di ieri di Annozero? Ruby e la concussione hanno fatto capolino verso metà serata per poi scomparire e lasciare la scena a racconti “mondani” (alcuni dei quali dipingevano scenari ai limiti della possibilità umane, e non aggiungiamo altro) che indubbiamene tengono incollato il pubblico - perché il “puttanaio” il video lo buca sempre - ma che non c’entravano niente con il penale.
Che ci sia o non ci sia il reato l’immagine dell’Italia ne esce dannneggiata, ha detto, più o meno, Vittorio Zucconi, dal suo pulpito autoallestito di “voce dell’America”, con la Casa Bianca a fargli da scenografia.
Ma non sarebbe il caso di dire che, in assenza di reato, nessuna di queste intercettazioni che fanno parlare mezzo mondo aveva motivo di esistere? Di chi è la responsabilità se, non solo esistono, ma  sono diventate un tomo che se ne va allegramente in giro per le redazioni e spopola in rete?  

Qualcuno tutto questo lo ha voluto, sapendo benissimo quali conseguenze avrebbe comportato per l’immagine del paese.
Tutto pur di alimentare il grande bluff e giusto in tempo per far venire un po’ di tremarella in più a quei parlamentari che in queste ore decidono se tornare o meno in maggioranza, nel nascente gruppo dei responsabili, unica speranza per portare avanti la legislatura e fare le riforme, inclusa quella, temutissima, della giustizia. Vuoi vedere che qualcuno ci casca e ci ripensa? Vale la pena provarci.

Non avere una carta in mano e mandare via tutti lo stesso, e con due otto vincere la partita, allora si che un bluff è un bluff” concludeva Anthony Quinn. Non caschiamoci, chi ci sta seduto davanti magari avrà pure quattro assi nella manica, è possibile, lo vedremo, ma per ora non ha messo sul tavolo neanche un tris. Quindi sangue freddo e nervi saldi. Abbiamo a che fare con personaggi che dei grandi giocatori non hanno né l’apparenza né la sostanza. Non ci sarebbe proprio gloria a farsi mandare a dormire da gente così.

4 commenti:

  1. Devo dire che i 317 finiani era davvero un bluff del piffero... Qui ammetterai che un ragionevole dubbio c'è.
    Io sono cresciuto con l'idea che un uomo "per bene" non fa ballare ( dico anche solo ballare) una 17enne sul tavolo, ma si occupa del suo bisogno di assistenza preoccupandosi sia di affidarla a persone competenti che di sapere come sta in seguito. SB non solo non lo ha fatto, ma si è preoccupato del contrario di riempirla di denaro e di affidarla al nulla. Secondo me ce n'è abbastanza per vergognarsi di fronte a tutte le madri italiane. E questo rende davvero improbabile tutta la sua difesa.

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  2. Possiamo avere un ragionevole dubbio (che comunque resta un dubbio) su questioni di natura morale, ma al momento non c'è niente che possa essere preso sul serio a livello penale e i magistrati solo di questo dovrebbero occuparsi. Se non ci fosse il reato, e per il momento (sottolineo: per il momento) non lo vedo, sia le intercettazioni, sia la loro diffusione a mezzo stampa, sia questo dibattito nazionale a cui stiamo tutti partecipando, sarebbero un'intromissione indebita e ingiustificata nella vita privata di centinaia di persone.
    L'ho scritto l'altro giorno rivolgendomi ai censori "mettiamo sotto controllo i telefoni di persone che parlano con voi e soprattutto di voi. Non serve andare a cercare amici o commensali, limitiamoci pure ai parenti fino al secondo grado. Ascoltiamo quello che dicono per sei mesi, registriamolo, trascriviamolo, poi pubblichiamo il “meglio”, senza filtri, sui giornali. E vediamo chi resta in piedi. Niente da nascondere, giusto? Allora chi comincia? Volontari, un passo avanti".

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  3. Tranquillo, nessuno farà un passo avanti, ma ti risponderanno invece che loro no, loro non hanno responsabilità di governare un paese, quindi il tuo invito non ha senso.
    Questo paese, dove se scomparissero in un colpo solo ipocriti e codardi (e io sarei nel mucchio che va) quelli che restano si troverebbero davanti gli scenari che dovette vedere il primo esploratore che giunse in Antartide.
    woody

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  4. In fondo non è detto che sarebbe un brutto panorama per quei pochi.

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