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mercoledì 2 febbraio 2011

Road to Nomination: 11 - Bobby Jindal



Continua la Road to Nomination di questo blog. Grazie ai minispecial di Fox News andiamo a conoscere meglio 12 potenziali candidati alla nomination repubblicana per l'elezione presidenziale del 2012. Oggi ci riceve il governatore  Bobby Jindal.


Governatore della Louisiana, Bobby Jindal, con i suoi 39 anni (40 il prossimo giugno, 41 nell’anno dell’elezione) se corresse per la Casa Bianca e fosse eletto diventerebbe il più giovane Presidente della storia americana.

Quando vieni eletto governatore devi fronteggiare sfide che non ti aspettavi, devi prendere decisioni che abbiano un impatto, che facciano la differenza”.
Malgrado la giovane età il pezzo forte del curriculum di Jindal è la sua esperienza: è stato segretario del dipartimento per la salute della Louisiana, è stato assistente segretario nel dipartimento per la salute pubblica e i servizi sociali durante l’amministrazione Bush, è stato eletto al Congresso e attualmente è al suo primo mandato in Louisiana, uno stato con molte sfide da affrontare.

Il motivo per cui ho deciso di correre come Governatore è stato quello di raccogliere quella che penso sia la più grande sfida che il nostro stato debba affrontare, anche più grande dei disastri delle piattaforme petrolifere e degli uragani: fare in modo che le persone della Louisiana non debbano andare via da casa per realizzare i propri sogni. Per 20 anni siamo stati l’unico stato del sud in cui le persone che se ne andavano erano più numerose di quelle che entravano. Questo perché economicamente qui non c’erano opportunità. E’ una cosa che ora abbiamo cambiato”.

Bobby Jindal si affacciato molto giovane sulla scena politica, ed è subito diventato un ragazzo prodigio. Si è sempre parlato di lui come di una star del futuro repubblicano. "Oggi è un governatore competente ed efficiente".

Abbiamo creato 35,000 posti di lavoro e attratto 5 miliardi di dollari di investimenti privati. Abbiamo anche realizzato il più importante taglio delle tasse nella storia dello stato. Mi ero impegnato a non aumentarle”.
Una formula che può funzionare anche a livello nazionale?
Certamente, quello che abbiamo fatto qui può funzionare in tutto il paese, se tagli la spesa puoi tagliare le tasse e creare le condizioni in cui piccolo e grandi aziende possono creare nuovi posti di lavoro. Puoi dare alle tua gente delle possibilità migliori. Il problema è che a Washington abbiamo un’amministrazione che pensa che sia il governo federale a dover dare tutte le risposte".

Chi critica Jindal dal Partito Democratico dice che, malgrado tutte le lamentele per la politica di  Obama, il governatore della Louisiana sia tra i più veloci a mettere le mani sui soldi federali quando può, come accaduto per gli stimoli introdotti all’inizio del 2009.

Quando il governo federale decide di spendere i dollari della nostre tasse, il mio obbligo come governatore della Louisiana è studiare riga per riga quali programmi possono essere utili per il mio stato e quali no, per usare i primi e scartare i secondi. Ma ti dirò che staremmo certamente meglio senza molte delle iniziative che vengono da Washington. La riforma sanitaria di Obama costa al mio stato miliardi di dollari”.
Va abrogata? Rimpiazzata? E con cosa?
Dobbiamo certamente abrogarla. Come repubblicani abbiamo speso mesi a spiegare alla gente che questa riforma è orribile, che fa alzare le nostre tasse, che è incostituzionale, che non dobbiamo mettere 60 milioni di persone in quel programma sanitario.
Poi dobbiamo assolutamente sostituirla. Nessuno era contento del modo in cui funzionava l’assistenza sanitaria prima. Abbiamo bisogno di crediti fiscali rimborsabili per aiutare la gente. Così com’è adesso l’unica alternativa ad una sanità gestita dal governo è restare senza assicurazione.
Il punto è: chi vogliamo che faccia queste scelte? Il medico insieme al suo paziente? O preferiamo che qualche burocrate a Washington le faccia per tutti?”.

Jindal è il figlio di un immigrato indiano, potrebbe essere il primo rappresentante di una minoranza ad entrare in un ticket presidenziale del GOP.
L’immigrazione legale è stata una buona cosa per l’America. Ma una parte del problema dell’immigrazione a volte viene trascurato. Crediamo fermamente che l’America sia un crogiuolo di molte etnie diverse, ma penso sia importante che le persone che vengono da noi imparino a parlare la nostra lingua. Chi vuol venire in America deve volersi integrare nella nostra cultura”.

Il più pressante tema di politica estera:
Prendere posizione per la libertà. Non dobbiamo scusarci per quello che ha fatto il nostro paese, non dobbiamo pensare di essere stati noi la causa degli attacchi dei terroristi”. Una mezza frecciata a Obama.

I paralleli tra Jindal e Obama hanno spinto il GOP a scegliere proprio il governatore della Louisiana per pronunciare la risposta del partito al primo discorso di Obama sullo stato dell’Unione nel 2009. Sfortunatamente non uscì bene dal confronto...
Penso di aver dimostrato al paese di non saper leggere il ‘gobbo’”.
Pentito di averlo fatto?
Sarebbe stato meglio non farlo. Mi piace parlare con la gente, direttamente, senza dover seguire delle note”.

Jindal ha riguadagnato i suoi punti con gli interessi quando ha dovuto gestire l’emergenza del petrolio della BP riversatosi sul mare del Golfo del Messico.
Per mesi sono stato tutti i giorni sulla costa, ho parlato con i pescatori e con la gente che vive sul mare. La gente che conosce queste acque ci ha aiutato a trovare soluzioni innovative”.

Ma Jindal sta pensando alla Casa Bianca? Nel 2008 disse di non aver intenzione di correre per la presidenza nel 2012 e non voler correre per cariche diverse da quella che ricopre ora. E’ passato del tempo ma le sue idee sono rimaste le stesse.
Quando i candidati presidenziali correranno per la Casa Bianca io starò correndo per essere rieletto qui. Ho già il lavoro che voglio. Stiamo facendo un buon lavoro qui e ne abbiamo ancora da fare

My Two Cents for free: E’ un candidato valido, capace e concreto. E’ apprezzato come governatore, ma in uno stato in cui il GOP vincerebbe comunque a mani basse. E’ giovane e il fatto di rappresentare una minoranza potrebbe introdurre una variabile interessante. Tuttavia schierare un indiano-americano contro un afro-americano suonerebbe come una scelta opportunistica e se i risultati dovessero assomigliare a quelli del risposta del 2009…
Meglio riparlarne al prossimo giro. Anche se televisivamente potrebbe essere interessante il confronto tra uno sfidante che, quando parla, viaggia ad un ritmo di 2 parole al secondo e un Presidente che impiega in media 30 secondi solo per schiarirsi la voce...

Next Stop: New Jersey, dove ci aspetta un governatore che certamente non si confonde tra la folla: Chris Christie, una vera "rockstar".


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