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mercoledì 23 febbraio 2011

L'arte dell'Arrangiatevi


Un paese di 60 milioni di abitanti non può avere problemi a fronteggiare qualche migliaio di migranti”. Con queste parole fonti diplomatiche europee hanno risposto all’ipotesi di una distribuzione tra i paesi dell’UE dei migranti in arrivo dal nord Africa, avanzata nel pomeriggio di ieri.
Insomma solidarietà quanta ne volete, ma sono fatti vostri, con il contentino di una vaga promessa di “materiale umano e mezzi finanziari” non meglio precisati per fronteggiare la crisi.

Quindi siamo alle solite, l’Europa delle prediche, quando si arriva al dunque, se ne lava le mani e lascia le patate bollenti ai malcapitati che se le ritrovano tra le mani: non è di nostra competenza. Troppo giusto.

In tutto questo, con la prospettiva, speriamo pessimistica, di un flusso migratorio di 200-300mila persone, la nostra opposizione neanche si sogna di unire la sua voce a quella del governo per chiedere all’UE e agli altri stati membri una condivisione fattiva di quella che si annuncia come una questione esplosiva, preferendo molto utilmente soffermarsi sulle solite polemiche domestiche incentrate stavolta su questo o quel filmato di archivio che ritrae Berlusconi con Gheddafi e proponendo fondamentali revisioni unilaterali del trattato con la Libia che certamente in queste ore farebbero la differenza per scongiurare altre violenze nelle strade e nelle piazze di Tripoli, oltre a mettere al sicuro i nostri connazionali in Libia e frenare l’atteso flusso di profughi e fuggiaschi.

Il problema è che per questi signori noi il Maghreb ce l’abbiamo in casa, dittatore incluso, e non a caso qualunque questione di merito passa in secondo piano di fronte alla necessità inderogabile dell’abbattimento del tiranno.
“Il futuro del Cavaliere resta tutt’altro che in discesa [….]Nell’immediato la prospettiva è che centinaia di migliaia di profughi arrivino sulle coste italiane. Nel medio periodo invece il pericolo (per Berlusconi) è che l’incendio del Mediterraneo si propaghi anche qui”esordiva giorni fa Peter Gomez sul “Fatto Quotidiano”.
L’Italia come l’Egitto. L’Italia come la Libia. Il prossimo passo sarà assimilare il popolo viola ai dimostranti del Cairo e di Tripoli.
Il rischio è che qualcuno ci creda e agisca di conseguenza.

Nel frattempo, se verremo invasi dai profughi, dovremo cavarcela da soli: arrangiatevi. Business as usual.

Comunicazione di servizio: Le testimonianze dirette, trasmesse anche in tv, di molti rimpatriati da Tripoli e diverse altre rintracciabili sul web (le ultime in ordine di tempo qui e qui) danno un quadro molto diverso da quello raccontato dai giornali. Pur nell’innegabile drammaticità di una repressione violenta la situazione nella capitale libica pare essere più calma di come ci viene descritta, almeno per chi non partecipa alle manifestazioni di piazza, cosa non da poco per chi in Italia è in attesa di notizie sui propri parenti. Poter contare su un’informazione che verifica le notizie prima di sparare a nove colonne puntando sempre e solo sui toni forti non farebbe un soldo di danno.
Ma l’idea di una stampa responsabile è un miraggio, al pari di quella di un’Europa che serva a qualcosa.

4 commenti:

  1. bel coraggio a lamentarsi che non "ci aiutano"...però che ti aspetti se fino a ieri non sono state ascoltate né raccomandazioni né consigli dall'UE sulle relazioni con la Libia e sulla gestione (inumana) dell'immigrazione clandestina.
    Detto questo non credo che italiani rimpatriati siano la fonte più attendibile per avere informazioni precise (perché normalmente vengono scortati all'areoporto e poi imbarcati su un aereo).
    Magari mi fiderei di più di foto e video di fosse comuni e della testimonianza di piloti militari libici che se ne sono andati a Malta con i loro aerei perché gli era stato ordinato di bombardare la popolazione civile...

    Un ultimo commento.. silvio as usual coerente e capace... speriamo che se ne vada presto (al creatore però)

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  2. Scortati? la maggior parte di loro ha dovuto raggiungere l'aeroporto con mezzi propri.
    Solo due parole per farti notare che augurarsi la morte degli avversari poltici è il primo passo per arrivare a definirli dei "ratti". Ti ricorda qualcosa?

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  3. Non dimentico i 5 miliardi di euro dati all'amicone satrapo, ma tanto a voi berluscones va benissimo comunque, qualsiasi cosa faccia il Capo, eh? Credere obbedire combattere

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  4. Ettore, ti ricordo che la ratifica del trattato con la Libia è passata al senato con 232 voti favorevoli, 22 contrari e 12 astenuti e alla Camera con 413 voti a favore, 63 contrari e 36 astenuti. Non è stato certo un provvedimento di parte, tanto è vero che ha finalizzato un lavoro iniziato dagli esecutivi precedenti.
    Informati un po' di più e digrigna un po' meno i denti. E' tipico di una certa parte politica utilizzare qualunque fatto di politica internazionale, anche i più drammatici, per alimentare polemiche interne da quattro soldi.

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