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martedì 28 dicembre 2010

La Linea P.D.


Pochi giorni fa è stato siglato l'accordo che porterà la FIAT ad investire un miliardo di euro sullo stabilimento di Mirafiori per la produzione di 280mila vetture l'anno. L'intesa prevede, tra l'altro, un aumento del reddito   dei lavoratori, anche grazie agli straordinari, fino a 3700 euro annui a fronte di impegni precisi su produttività, assenze e modalità di sciopero.
L'accordo è stato firmato da tutte le sigle sindacali tranne, naturalmente, la Fiom, cioè il "braccio metalmeccanico" della CGIL. La grande novità è che, fermo restando lo Statuto dei Lavoratori, saranno solo le parti firmatarie a vigilare sull'applicazione dell'accordo stesso.
Vi è mai capitato di firmare un contratto? cosa direste a qualcuno che pretende di mettere bocca sulle sue modalità di applicazione pur non essendosi presentato dal notaio?

La Fiom però non ci sta e per bocca di Cremaschi esorta allo sciopero generale definendo l'accordo di Mirafiori nientemeno che "il più grave atto antidemocratico verso il mondo del lavoro dal 1925".
E' noto che chi milita nella CGIL deve, per obbligo statutario, evocare lo spettro del ritorno al fascismo almeno cinque giorni a settimana, quindi non c'è granché da stupirsi, ma come ha reagito all'accordo  la sinistra italiana che con la CGIL divide spesso e volentieri le piazze?

Vendola  va giù duro, chiede una risposta radicale ad un "restringimento secco degli spazi di democrazia in questo Paese". Di Pietro parla di "incostituzionalità", che è ormai diventato il suo modo normale di riferirsi a quello che non gli piace, si vocifera che abbia definito incostituzionale anche un piatto di tortellini mancante di sale durante il pranzo di Natale, suscitando imbarazzo e costernazione tra il personale delle cucine.

E il P.D.? Qui le cose si complicano: c'è chi, come Piero Fassino e Sergio Chiamparino si schiera per il "si" all'accordo, ma c'è anche chi, come il responsabile economico Fassina, lo definisce "inaccettabile" e chi, come Sergio Cofferati, invita il partito a "non fare acrobazie per giustificare una brutta intesa".
A dare la linea, come al solito, ci pensa Bersani "L’iniziativa della Fiat è molto forte se porterà, come spero, a sollecitare una riforma, che ci vuole, dei meccanismi di partecipazione e rappresentanza del mondo del lavoro, sarà un bene; se invece porterà a una disarticolazione dei rapporti sociali, allora sarà un fatto molto negativo".
In soldoni: Se l'accordo andrà bene sarà un bene, se andrà male sarà un male. 

Chi temeva sbandamenti può dormire sonni tranquilli, la barra resta dritta, la segreteria afferma ancora una volta con decisione la linea P.D. che, per chi non l'avesse ancora capito, vuol dire "Poi Decido".

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