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giovedì 30 dicembre 2010

Ius Primi Vesperis


Si dice che nel medioevo il signore di un feudo avesse il diritto di trascorrere la prima notte di nozze con le spose dei suoi servi: Ius Primae Noctis, ovvero il Diritto della Prima Notte.

Nell’Italia degli anni 2000 si sta affermando un altro diritto, non meno bizzarro e singolare: il Diritto della Prima Serata. Succede in pratica che un giornalista, un anchorman (o woman) o comunque un personaggio televisivo, una volta conquistato un suo spazio nelle prime serate RAI, acquisisca il diritto di mantenerlo a vita, con buona pace di direttori di testata, direttori di rete e direttori generali, cioè di tutta quella gente messa lì e pagata per decidere, in teoria, chi fa cosa e in che orari nei palinsesti della televisione pubblica.

A differenza del diritto di prima notte però, questa nostra riedizione moderna non si applica “di fatto”, ma è garantita dall’autorità giudiziaria che agisce in nome della legge e inoltre non è fatto valere per tutti, ma solo per “alcuni”: non si contano infatti i giornalisti e i presentatori di TG che nel corso degli anni sono andati e venuti, sono stati spostati, avvicendati, degradati o promossi, così come non si contano le trasmissioni che hanno aperto per poi chiudere e mai più tornare, senza che si levasse un alito di vento.
Tutto cambia però quando c’è sentore che il personaggio in questione appartenga ad un’area politica più uguale delle altre, allora l’avvicendamento diventa martirio e l’interessato una vittima della censura di regime. Il suo nome (magari sconosciuto ai più fino al giorno prima, nonostante la notorietà del volto) finisce su giornali e siti web e da lì sulla bocca di tutti. Nel giro di 48 ore assurge al ruolo di simbolo stesso della libertà di stampa e come tale diviene intoccabile, un oracolo da ascoltare in rispettoso silenzio.

Avevamo già il caso di Michele Santoro, che sta in prima serata tutte le settimane per ordine del giudice e che, appena pochi mesi fa, ammoniva il direttore generale Masi a non fargli scherzi perché la sentenza parla chiaro.

Ora c’è anche Tiziana Ferrario, che si è vista richiedere un passo indietro dopo appena 28 anni di conduzione del TG1, insomma una toccata e fuga, neanche il tempo  di sistemare le sue cose nei cassetti. Un’epurazione? Un’emarginazione? Oddio, parrebbe di no, se è vero che all’epoca dei fatti le venne offerto un ruolo di inviata in sedi come New York e Mosca, che non sono proprio disagiate o periferiche. Lei rifiutò sdegnosamente e, seguendo la “prassi Santoro”, si rivolse al tribunale del lavoro che, puntualmente, ieri le ha dato ragione, affermando il suo diritto a condurre il TG delle 20, presumibilmente fino ad età pensionabile.

Grande vittoria, esultano i paladini della libertà di stampa, il pluralismo è salvo.
Certo, in una RAI in cui i programmi di approfondimento sono fatti di inchieste “coraggiose” e umorismo “illuminato” rigorosamente a senso unico, pluralismo vuol dire aggiungere delle voci, purché dicano tutte la stessa cosa.
Se sei un direttore di testata che la pensa in un altro modo non ti puoi nemmeno permettere un editoriale al mese senza finire alla gogna sulla pubblica piazza. La tua voce non è richiesta, la tua libertà è un abuso, farai bene a ricordatelo.

Eccoli qui i nuovi martiri: esperti di diritti propri e di doveri altrui, travestiti da eroi scomodi  che bollano chi la pensa diversamente da loro con il marchio del servo ricorrendo ad immagini non proprio eleganti (si va da "Fido" a "Scodinzolini"). Viene da chiedersi come mai, se loro sono i martiri, le intercettazioni e le perquisizioni in redazione tocchino tutte ai "servi"...

A questo punto aspettiamo la prima sentenza che, oltre ai conduttori, stabilisca anche quali notizie dare e quali non dare. Unica garanzia per un’informazione finalmente “giusta” e “uguale per tutti”.

P.S. Il diritto di prima notte quasi certamente non è mai esistito, è un mito, una leggenda, come Babbo Natale e la Befana (chi ancora ci crede mi scusi per la rivelazione). Il diritto di prima serata invece in Italia lo abbiamo istituito sul serio, bel colpo.

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