ADNKronos Politica


venerdì 10 dicembre 2010

The Illusionist


Avete presente l’illusione del gol? La palla colpisce l’esterno della rete facendola muovere quel tanto che basta a dare al pubblico l’impressione che sia entrata in porta. Pochi secondi e l’illusione svanisce, niente di fatto.
In Italia c’è un’intera categoria di personaggi che si guadagna pane e carriera stando all’ombra  delle porte e agitandone le reti con le mani, per creare quel genere di illusione, ogni volta che la palla passa da quelle parti.
La differenza, rispetto ad una normale partita di calcio, è che il pubblico non ha tempo di accorgersi che i suoi sensi sono stati ingannati, perché, prima che possa rendersene conto, i riflettori si sono già spostati su un altro campo, dove c’è qualcun altro che fa muovere un’altra rete.

Non parliamo di gol, ma di reati. In Italia l’industria del reato è florida, ma anche quella dell’illusione del reato non scherza. Basta una voce, uno spiffero, un rumor, qualche indiscrezione condita da virgolettati di provenienza dubbia, pezzi di documenti riservati presi in ordine sparso (ma mai casuale), un’ipotesi appena verosimile, tanti puntini di sospensione e il gioco è fatto: tempo 24 ore ed è tutto un gran agitarsi di reti, altre 24 ore e il verdetto è servito a nove colonne senza bisogno delle inutili lungaggini della giustizia dei tribunali.
Del processo vero e proprio poi spesso si interessano in pochi e gli eventuali proscioglimenti vengono accolti da uno sbadiglio distratto a pagina 17. Ecco la storia di tante inchieste fatte per finire sui giornali e non per arrivare ad una sentenza di colpevolezza che in fin dei conti non serve nemmeno, dato che l’obiettivo dello sputtanamento irreversibile dell’interessato viene di norma raggiunto brillantemente prima ancora che il caso giunga in tribunale, sempre che ci arrivi mai.

Creare l’illusione del reato è diventato ormai uno sport nazionale al quale è difficile sottrarsi. E l’europarlamentare IdV Luigi De Magistris ieri ha dato un’ulteriore prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, di essere tra i migliori specialisti viventi della disciplina:
“Leggendo le notizie apparse anche oggi sui giornali e pensando a quanto denunciato in passato da alcuni deputati, e' altamente probabile che Berlusconi non si stia comportando in modo conforme alla legge, portando avanti il tentativo di corruzione di alcuni deputati pronti a tradire in cambio di danaro, incarichi o altre utilita'. [….] E' inaccettabile che la politica sia ridotta a questo squallido mercato all'ingrosso illecito. […. ] Berlusconi va sfiduciato perche' indegno a governare e screditato sul piano internazionale”

In queste poche righe c’è tutto: si parte da pure ipotesi giornalistiche, si allude all’esistenza di oscuri precedenti (omettendo di dire che si tratta di inchieste già finite nel nulla) poi, un tanto a chilo, si spara l’ipotesi di reato (che nel giro di un paio di frasi diventa già una certezza) e infine si condisce il tutto con considerazioni politiche che nulla aggiungono sulla fondatezza dell’ipotesi stessa.
Insomma il bersaglio nel mirino è da condannare senza prove perché “probabilmente colpevole” - una formula che nessun tribunale prenderebbe sul serio ma che fa un figurone sulla carta stampata – e politicamente è una carogna, quindi (sottinteso) la condanna se la merita senz’altro.

De Magistris è un caso emblematico: ex magistrato, è entrato in politica dopo essere balzato agli onori della cronaca per aver indagato su politici di cui poi è diventato avversario. Per meritarsi l’euro-seggio ha dovuto solo farsi censurare dal CSM con parole come queste: “ha un modo errato e distorto di intendere il proprio mestiere, ispirandosi ad un’ottica missionaria [….] in lui manca il principio costituzionale per il quale il giudice è soggetto alla legge [….] (si è reso protagonista) di comportamenti sleali, incuranza rispetto ai termini procedurali, adozione di provvedimenti al di fuori del codice”.
Stefano Livadiotti, nel suo libro “Magistrati: L'Ultracasta”, a pagina 180 conclude che questo è “il ritratto di uno squilibrato”. E lo dice un giornalista dell'Espresso.

C’è da non dormire la notte pensando che un personaggio del genere fino a meno di due anni fa era sostituto procuratore della Repubblica, o immaginando quanti altri De Magistris si aggirano nelle procure d’Italia e, in attesa che qualcuno offra loro un seggio o un palcoscenico, fanno politica dalle aule dei tribunali sapendo di godere di un’impunità pressoché assoluta.

Nella giustizia c’è un dieci percento di autentici eroi pronti a sacrificare carriera e vita: ma sono senza voce in un coro di gaglioffi che c’è da ringraziare Dio quando sono mossi soltanto da smania di protagonismo”.

"Senza voce" diceva Montanelli. Anche senza microfono e, certamente, senza seggio.

3 commenti: