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sabato 4 dicembre 2010

Acrobat Speaker



Siete mai stati al circo? Equilibrismi, acrobazie, qualunque cosa abbiate visto non può avervi preparato a ciò a cui state per assistere…una sequenza di capriole e giravolte da far venire il mal di mare ad una trottola.
Parliamo di Gianfranco Fini, il Presidente della Camera (ruolo che negli USA si chiama semplicemente “speaker”) e lo facciamo citando pensieri e parole della sua vita precedente, quando era di centrodestra, quando non gli piacevano le liturgie da prima repubblica, quando credeva nel bipolarismo, nella fedeltà al mandato elettorale e quando (incredibile ma vero) chiamava i ribaltoni con il loro nome.

Ne esce il ritratto di un presidente acrobata, un acrobat speaker appunto.

Partiamo dal Gennaio 2008, il 27 per la precisione, il governo Prodi è caduto da 3 giorni, nell'aria c'è un incarico esplorativo da affidare ad una figura istituzionale per modificare la legge elettorale.
Fini ne parla con il Corriere….
«Non si fa un governo per fare una legge elettorale, ma per affrontare le questioni vere - ha detto il numero due della Cdl da Palermo -. Può sembrare una banalitá ma non lo è. Se deve nascere un governo tecnico-istituzionale, deve essere appoggiato sia da noi che da loro. E se il centrodestra ha valori di riferimento diversi dal centrosinistra, come è possibile trovare miracolosi punti di convergenza?». Fini ha ribadito, come giá nei giorni scorsi, la «necessitá di andare al voto». «Perchè questa fermezza? -ha detto- Non per egoismo di parte né perché sentiamo profumo di vittoria ma perchè gli italiani devono pronunciarsi perché riteniamo inutile una discussione sulla legge elettorale».

Passano due giorni e Fini (ancora parlando con il Corriere) dimostra di non aver cambiato opinione
"Io credo (il centrosinistra) sia disponibile a discutere di tutto pur di evitare le elezioni. Ma oggi la priorità è un governo nella pienezza dei poteri, dotato di maggioranza politica.
[…]
«noto che tornano in auge formule e liturgie da prima Repubblica. Comunque, un mandato esplorativo è nel novero delle scelte possibili. Però mi chiedo: anche qualora l’esploratore dovesse, per il rotto della cuffia, avere un senatore in più in maggioranza su una legge elettorale purchessia, finalizzata solo ad allontanare le urne, il giorno dopo chi governerebbe l’Italia? Un governo della disperazione?»

Berlusconi, come oggi, evoca la piazza contro quella che considera una manovra di palazzo, Fini non si scandalizza? la cosa non gli evoca alcunché?
«Non mi evoca nulla, ed è francamente risibile parlare di un Berlusconi che annuncia una seconda marcia su Roma. Lui ha detto una cosa che viene richiesta a gran voce dalla maggioranza degli italiani:cioè di esprimere tutto lo sdegno possibile, con una civile manifestazione, qualora la disperazione dovesse portare alla nascita di un governicchio di brevissima durata solo perché l’Unione ha il terrore di andare al voto. E sarebbe opportuno pensarci bene prima, perché si rischierebbe moltissimo»

Che vuol dire?
«Intanto si metterebbero a rischio gli interessi nazionali. Un governo è degno di tale nome solo se ha una maggioranza politica. Se invece in qualche modo si mettessero insieme vari segmenti del Parlamento senza prospettiva, pur di non andare alle urne, si darebbe un formidabile aiuto all’antipolitica, a coloro che parlano di una casta a difesa dei propri privilegi. È una vulgata, una sciocchezza, ma molti pensano che non si voglia andare al voto perché ai parlamentari non scatterebbe il vitalizio. L’antipolitica avrebbe il sopravvento se si proseguisse con l’accanimento terapeutico della legislatura. E se dovesse nascere un governo con questo obiettivo, gli italiani penserebbero a un’ammucchiata finalizzata solo a salvare la casta»

Fa un certo effetto, non c’è che dire, sentire Fini prima che diventasse Presidente della Camera.
E, a proposito di presidenza della Camera, facciamo un salto indietro al 1995 per ricordare a noi stessi cosa pensava Fini di Irene Pivetti (che allora occupava il posto dove ora siede Fini) e della sua abitudine di fare considerazioni politiche (sciocchezze da ridere a confronto di quelle a cui ci ha abituato Fini in questi mesi) sull’attualità di allora…

«La terza carica dello Stato deve essere super-partes, non può dire “ora non parlo come presidente della Camera” e dire le cose gravi dette ieri»
soprattutto se....
«è stata eletta da co­loro che ritiene irresponsabili, tradi­tori e persino attentatori della demo­crazia ».

Fini aggiunse:
«Se l’onorevole Pivetti non corregge quanto ha detto credo debba prendere in considerazione anche l’ipotesi di rimettere il mandato»

Erano i giorni del Governo Dini, quello famoso del ribaltone. Insomma quello che a Fini piacerebbe fare anche oggi, se solo avesse abbastanza voti in parlamento.
Come la pensava allora?
“Lamberto Dini non avrà la nostra fiducia perché questo è un golpe di palazzo. Bossi ha fatto il ribaltone, è completamente inaffidabile, con lui non prendiamo più neppure un caffè”

Eh si....perché
"Ho passato gran parte della mia vita politica a combattere ribaltoni e trasformismi, sono convinto che i valori di lealtà sono indispensabili in politica e non cambio idea"

Oggi il ribaltone è diventato eticamente accettabile, anzi, un imperativo morale per il bene della nazione perché c’è da cambiare la legge elettorale, e con certe cose non si scherza.
Ma qual è la cosa che proprio non va nell’attuale legge elettorale? Cosa rende così impellente una sua revisione? Fini ce lo ha spiegato una settimana fa.

"Nell'attuale legge elettorale - spiega Fini davanti a professionisti, artisti, uomini d'affari della Fondazione Consolo - c'è un premio di maggioranza che non risponde a una concezione propriamente democratica. Veniva definita legge truffa quella in cui se si aveva il 50.1 dei consensi si prendeva il premio di maggioranza. Oggi se un partito ha il 30%, un altro il 29% e un altro il 28%, chi ha il 30% prende il 55% dei seggi''. Ed affonda: ''Forse questo è il motivo per cui Berlusconi pensa di andare a votare e invece il voto non ci sarà"

Insomma, per Fini il premio di maggioranza alla coalizione che prende più voti non è democrazia.

Bene bene....ma quel Gianfranco lì non è lo stesso che nel 2009 sosteneva il referendum sulla legge elettorale che proponeva di assegnare il premio di maggioranza (e quindi il 55% dei seggi) non alla coalizione..ma addirittura al partito che prendeva più voti? Vai con la capriola!




Ma c'è dell'altro...il Fini che oggi teorizza che più o meno ogni maggioranza trovata in parlamento è accettabile o meglio, per usare un'espressione molto presente nei suoi discorsi degli ultimi 12 mesi, che "non sarebbe uno scandalo", fino a non molto tempo fa si esprimeva in modo un po' diverso....

Ottobre 2009
«L’unica maggioranza è quella uscita dalle urne»

E ancora....(qui ce lo spiega meglio....)
"In Italia abbiamo in qualche modo l'elezione diretta del capo del governo attraverso la legge elettorale e il sistema bipolare che si è creato"
"Oggi nessuno dice che la maggioranza nasce nelle aule del Parlamento, oggi le maggioranze escono dalle urne. Non a caso gli elettori che hanno votato nelle ultime politiche hanno trovato sulla scheda il nome del candidato premier"

Eh si….

Saltando tutte le varie dichiarazioni di fedeltà al voto degli elettori, alla maggioranza e al governo si arriva a oggi con Fini che prepara una mozione di sfiducia insieme a Casini e Rutelli.

Rutelli? quello che 2 anni e mezzo fa era in corsa per il posto di sindaco di Roma? quello contro cui Fini ne disse di tutti i colori mentre faceva campagna per Gianni Alemanno?
Rutelli? quello che nel 1993 soffiò la poltrona di sindaco di Roma proprio a Fini?
Insomma quel Rutelli della famosa domanda a Berlusconi "Ma lei, se fosse romano, chi voterebbe Fini o Rutelli?" Berlusconi rispose senza esitazione: "Fini", sdoganando Gianfranco e dandogli un futuro politico.  Oggi Fini e Rutelli sono insieme a scambiarsi sorrisi, strette di mano e a fare le prove tecniche di terzo polo.

Il Terzo Polo? Ma no….ci deve essere un errore, eh si perché i finiani appena poche settimane fa ci hanno spiegato in tutti i modi che il terzo polo a loro non interessa, anzi, praticamente non esiste…

“In un sistema bipolare il terzo polo non esiste, e' come giocare a tennis stando sulla rete". Lo dice Italo Bocchino al termine della riunione tra i rappresentanti di Udc, Api, Fli ed Mpa. Quanto alla lealta' di Futuro e liberta' al governo, "lealta' al mandato ricevuto dagli elettori"



Insomma...Fini e i finiani...quelli che di idee ne hanno cambiate un bel po'...quelli che...
"Se cade Silvio Berlusconi l'unica strada sono le urne. Fini è il co-fondatore del Pdl, chi pensa che abbia strane idee in testa prende un grande abbaglio".

Firmato: Andrea Ronchi, che tra una decina di giorni voterà la sfiducia al governo insieme a Bersani, Veltroni, D'Alema, Franceschini e Di Pietro....e se ci saranno i numeri proverà anche a farci un governo insieme.

Comprereste un'auto usata da gente così?...il giorno dopo avergli dato l'acconto non ci sarebbe da stupirsi trovandoseli davanti con la barba posticcia mentre fingono di gestire una lavanderia "acconto? quale acconto? qui di auto non ne abbiamo mai avute"....

Fini e i finiani: quelli che forse...più che aver cambiato spesso idea...semplicemente non hanno mai detto la verità.


P.S. Negli anni '50 a parlare di legge truffa furono i comunisti del PCI, complimenti per la citazione, la inserisca nell'elenco dei valori della destra. La sua destra. Quella che di destra non è.

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