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lunedì 29 ottobre 2012

Il Piano B



Un’elezione si può vincere o perdere in tanti modi, ma negli USA la mappa elettorale limita il numero delle combinazione, sempre che si voglia restare nel campo del possibile.
Romney da ormai una settimana non scende sotto quota 50% in entrambi i principali tracking nazionali,  mentre Obama non supera il 48% neanche nei sondaggi che lo danno in testa e più frequentemente oscilla tra il 46% e il 47%.
Da queste parti è stato già detto che Romney potrebbe perdere la Casa Bianca pur vincendo il voto popolare se il suo vantaggio fosse inferiore a un punto e mezzo. I dati del pollster più rispettabili sembrano però attribuirgli di un vantaggio maggiore, oscillante tra 2 e 4 punti.
Aggiungiamoci che gli indecisi dell’ultim’ora tendono storicamente a schierarsi più con lo sfidante che con l’incumbent e, a meno della classica october surprise, non possiamo che concludere che la tendenza sembrerebbe abbastanza consolidata.

Dando per buoni questi sondaggi Romney in teoria dovrebbe vincere senza troppi patemi i quattro swing states che solitamente danno ai repubblicani un risultato migliore (o comunque non peggiore) della media nazionale: North Carolina, Virginia, Florida e Ohio. 266 voti elettorali dei 270 richiesti sarebbero già sistemati con buone possibilità di aggiudicarsi almeno uno tra Colorado, New Hampshire e Iowa (in ordine di probabilità) e mettere la firma sul contratto da inquilino della Casa Bianca per i prossimi quattro anni.
E’ così che un repubblicano in vantaggio nel voto popolare diventa Presidente degli USA.

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Secondo alcuni però quest’anno ci aspettano delle sorprese, a cominciare dal swing states per antonomasia, quello che dal 1964 ha sempre scelto il cavallo vincente: L’Ohio.
Un Romney davanti nel voto popolare non dovrebbe avere difficoltà a portarlo a casa, ma degli ultimi sedici sondaggi condotti  nel Buckeye State solo quattro lo danno alla pari di Obama mentre gli altri vedono il presidente in vantaggio, anche se quasi sempre con distacchi all’interno del margine d’errore.

In passato non è che i sondaggi statali (o le loro medie) abbiano brillato per accuratezza, nel 2008 hanno mancato il risultato con margini tra 2 e 6 punti anche in stati considerati potenzialmente in bilico e quindi abbondantemente “coperti” (2 punti in Ohio2.5 in Indiana3 in Pennsylvania3.5 in Colorado5 in Arizona e 6 in Nevada e in Iowa). Con numeri simili è difficile dare ai sondaggi statali un peso maggiore rispetto a quello di tendenze consolidate negli anni, anzi nei decenni, ma per i prossimi dieci minuti facciamo finta di crederci.
Del resto se davvero l’Ohio avesse deciso di concedersi un giro da blue state  non sarebbe difficile trovare delle spiegazioni: in quello stato più di un posto di lavoro su dieci è nel mercato dell’auto e il salvataggio obamiano del settore potrebbe aver lasciato il segno. Non dimentichiamo poi che proprio in Ohio, la scorsa estate, la macchina elettorale del Presidente ha speso fior di milioni di dollari in spot e cartellonistica per descrivere Romney come la peggior scelta possibile non solo come Presidente, ma anche come vicino di casa.

Se tra otto giorni Obama si tenesse i 18 voti elettorali dell'Ohio la partita per Romney sarebbe chiusa?
Forse no, perché se diamo ancora retta ai sondaggi statali (i 10 minuti non sono ancora finiti) c’è un altro pezzo di mappa elettorale che dà a Romney l’inattesa possibilità di un “piano B”: il Wisconsin. Uno stato diventato sempre più blu dal 2000 in poi, che nel  2008 ha visto Obama tagliare il traguardo con un vantaggio quasi doppio rispetto a quello nazionale (quasi 14 punti contro poco più do 7), ma che secondo l’ultimo Rasmussen vedrebbe gli sfidanti appaiati al 49%. E anche in questo caso non mancherebbero spiegazioni per una simile inversione di tendenza: una macchina elettorale statale che ha consentito al repubblicano  Scott Walker di insediarsi alla guida dello stato e di confermarsi pochi mesi fa, e la decisione di Romney di scegliersi come vice Paul Ryan, che è originario proprio del Wisconsin.

Se Romney si vedesse sfuggire l’Ohio dovrebbe comunque vincere il Colorado (dove l’ultimo sondaggio lo vede avanti di 4 punti), uno qualunque tra New Hampshire (avanti 50-48 secondo Rasmussen) e Iowa (testa a testa con il vantaggio di un endorsement per niente scontato appena incassato dal primo giornale dello stato: il  Des Moines Register) e se a quel punto gli riuscisse il colpo in Wisconsin sfonderebbe quota 270 diventando il primo repubblicano ad entrare alla Casa Bianca senza aver vinto in Ohio.

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Questo è il piano B di Romney. Riscriverebbe la storia, garantirebbe una notte elettorale da restarci secchi e se questa elezione fosse un film nessuno sceneggiatore sveglio se lo lascerebbe scappare.
Ma i dieci minuti sono passati e io mi tengo il Piano A.


Edit - Un'anticipazione: tra poco Rasmussen pubblicherà il suo ultimo sondaggio in Ohio che per la prima volta dà Romney in testa 50 a 48.

Edit#2Eccolo qua

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