ADNKronos Politica


martedì 6 novembre 2012

Guida all’Election Night




Edit: Link diretto al Live Blogging

Ci siamo. L'election day è arrivato. Toccherà ai villaggi orientali del New Hampshire dare il via all'apertura dei seggi. Seguiranno città grandi e piccole, paesi e metropoli, una ad una, da est a ovest, lungo tre fusi orari.
Poi ci aspettano 12 ore circa di file interminabili, di accuse incrociate con immancabili presunti casi di frodi e doppi voti. Possiamo aspettarci anche qualche video di denuncia postato a tempo di record su youtube.

Passato tutto questo negli USA sarà ora di cena, qui da noi sarà notte fonda. Finito l'election day toccherà all'election night.
Quella che segue è una piccola guida in tre punti, utile a chi ha in programma una nottata in bianco per seguire la corsa verso i 270 voti elettorali e vuole uscirne incolume o quasi.
Qui ci sarà un live blogging no stop, ma se seguirete la diretta sulle TV italiane avrete molto da cui difendervi.


Punto 1 - Blog-cronaca anticipata della nottata.
(Orario italiano EST+6. Stati rossi a Romneyblu a Obama, i porpora sono swing states)

Ore 00:00 - I seggi chiudono nella zona orientale degli stati dell’Indiana e del Kentucky. E' ancora presto per gli exit poll perché in parte di entrambi gli stati si starà ancora votando, ma basta aspettare un po’ per  vederli andare a Romney. l'Indiana quest'anno non farà scherzi.


Ore 01:00 - Fine definitiva delle operazioni in Indiana e Kentucky.
Chiudono anche Georgia e South Carolina, che vengono entrambi chiamati per Romney.
Il Vermont segna i primi punti per o Obama. La Virginia, il primo swing state della serata, viene dichiarato too close to call in attesa che inizino ad affluire i primi dati dalle contee.


Ore 01:30 – E’ l’ora della chiusura in Ohio, swing state per eccellenza, è subito battezzato too close to call e lo resterà fino alle prime luci dell’alba. Chiudono anche il North Carolina (che "swinga" per un po’ e poi, pentito dal "tradimento" del 2008, si accomoda sulla colonnina di Romney) e il West Virginia, chiamato immediatamente per Romney.


Ore 2:00 – Grande infornata:
AlabamaMississippiMissouriOklahoma e Tennessee vengono tutti chiamati per Romney.
ConnecticutDelawareWashington D.C.IllinoisMaineMarylandMassachusettsNew Jersey e  Rhode Island vengono invece chiamati per Obama.
Pennsylvania e New Hampshire, da buoni swing states, sono entrambi  too close to call.
Terminano le operazioni anche in Florida, il sesto swing state della serata. Come sopra.


Ore 2:30 – L’Arkansas chiude e si accomoda tra i red states (Romney).


Ore 3:00 – Seggi chiusi in ArizonaLouisianaNebraskaSouth DakotaTexas e Wyoming, con immediata chiamata collettiva  per Romney.
MinnesotaNew Mexico e New York si aggiungono al bottino di Obama.
ColoradoMichigan e Wisconsin sono il settimo, l'ottavo e il nono swing state. Too close to call. Ma il Michigan non ci mette molto a muoversi verso la colonna di Obama.


Ore 4:00 – KansanMontana e Utah chiudono e vengono chiamati per Romney.
Iowa e Nevada completano la lista degli undici swing states.
A questo punto della notte Virginia e Florida sono circa a metà dello scrutinio e l’Ohio si avvia verso il 30%. Tutto questo a meno che ripetute irruzioni a mano bollata di orde di avvocati non abbiano bloccato le operazioni nei seggi. Si inizia a capire se la notte è ancora giovane o inizia ad avere i primi acciacchi.


Ore 5:00 – Idaho e North Dakota chiudono e vengono chiamati per Romney.
CaliforniaHawaiiOregon Washington vengono assegnati a Obama.
Tutto questo nell’indifferenza generale perché nel frattempo lo scrutinio in Florida e Virginia si avvia alle battute finali con la Pennsylvania che inizia a sbottonarsi e l’Ohio che si trova circa a metà strada.
Nel 2008 a quest’ora la CNN chiamò l’elezione per Obama.


Ore 7:00 – Chiusura dei seggi in Alaska, con chiamata istantanea per Romney
L’Ohio è in vista del completamento dello scrutinio. Virginia e Florida hanno chiarito da che parte stanno. Iowa e New Hampshire non sono distanti. A questo punto, se proprio non ce la fate, potete dirigervi verso il letto e rendervi conto che è già ora di alzarvi.



Punto 2 - Consigli pratici di sopravvivenza:
--Non fidatevi di eventuali exit poll sugli swing states (con le possibili eccezioni di North Carolina e Michigan). Negli stati in bilico conta solo lo scrutinio.
--Qualsiasi cosa dica il conduttore di turno ignorate il voto popolare almeno fino a notte inoltrata, e diffidate di improvvisi balzi in avanti di questo o quel candidato nella conta dei voti di questo o quello stato in bilico.
Ogni stato ha contee blu e contee rosse, a seconda che arrivino prima le une o le altre (spesso arrivano prima le rosse) possono esserci oscillazioni piuttosto “selvagge”, specie nella prima metà dello scrutinio. L’unico modo di capire cosa sta succedendo è fare il confronto con le passate elezioni contea per contea. Le mele con mele, le pere con pere.



Punto 3 - Possibili Scenari:
Stanotte contano solo 11 stati: Virginia, North Carolina, Ohio, Florida, New Hampshire, Pennsylvania, Colorado, Michigan, Wisconsin, Iowa e Nevada. Se sentite parlare troppo di stati  diversi da questi cambiate canale (o cambiate sito).
Ufficialmente si inizia sullo zero a zero, ma il vero punto di partenza è questo qui

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Romney non dovrebbe avere troppi problemi in Florida e North Carolina. Se però non riesce a mettere al sicuro anche la Virginia probabilmente non varrà la pena di fare aspettare il cuscino ancora per molto.

Se li infila tutti e tre sarà a quota 248 e gli mancheranno ancora 21 voti elettorali (in caso di 269 pari sarebbe comunque lui a vincere, perché a decidere sarebbe la Camera dei deputati, che sarà a maggioranza repubblicana).

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A questo punto, una volta dato per perso il Michigan e verosimilmente, salvo sorprese, anche la Pennsylvania,  occhio al mid-west: Romney avrà quasi certamente bisogno di uno tra Ohio e Wisconsin.

Scenario A:
Romney porta a casa l’Ohio. Gli basterà vincere uno qualsiasi tra tutti gli altri stati in bilico rimasti per raggiungere o superare quota 270. Tutti i Presidenti repubblicani sono arrivati alla Casa Bianca passando per questa strada.
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Scenario B:
Romney perde l’Ohio e vince il Wisconsin. Gli mancheranno 11 voti elettorali: dovrà necessariamente vincere due tra Colorado, Iowa, Nevada e New Hampshire.  Il New Hampshire basterà solo se abbinato al Colorado, mentre qualunque abbinamento tra gli altri tre sarà sufficiente.

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Scenario C:
Romney perde sia l’Ohio che il Wisconsin. La salita si farà ripida: per mettere insieme i 21 voti elettorali mancanti dovrà sperare in una difficile tripletta Colorado-Nevada-Iowa.

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Nel terzo e ultimo scenario il New Hampshire, con i suoi soli 4 voti elettorali, diventa irrilevante. Romney ieri ha scelto proprio il Granite State per chiudere la sua campagna elettorale, segno che scommette su uno dei primi due (o che pensa davvero di poter vincere la Pennsylvania).

Il blog darà aggiornamenti in tempo reale da mezzanotte fino a completo esaurimento dello scrivente.
E’ appena mattina ma non mi resta che augurare a chi legge: buona nottata.

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2 commenti:

  1. Questo tipo di giornalismo (il tuo) è eccellente, così come quello dei ragazzi di Rightnation.it. Sono proprio contento che esistiate. Seguirò il liveblogging. In bocca al lupo, whatever will be, will be :)
    Woody

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  2. Mi ricordo la campagna del 2004, quando scoprii The Right Nation ed era certamente la cosa migliore che avessi mai letto in materia. L'accostamento è un onore, quel blog è un modello.
    A stanotte :)

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