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mercoledì 2 marzo 2011

I Piazzisti


Il PD torna in piazza. Ormai più che con un partito sembra di avere a che fare con un’associazione di ambulanti dedita all'accattonaggio del voto. L’occasione è l’ennesima difesa a spada tratta della scuola pubblica contro l’attacco delle orde berlusconiane.
Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori” ecco le parole del Premier che hanno scatenato la tempesta.
E lo scandalo segue le cadenze di sempre: a dare il ritmo è come al solito la stampa debenedettiana, con appelli che partono già stracarichi di firme di artisti, intellettuali e neo eroi nazionalpopolari del televoto, toccanti storie di vita vissuta dietro la cattedra e fiumi di indignazione sapientemente distillata da spargere per strade e piazze, appunto.

E’ quando c’è da picchiare duro l’immancabile Rosy Bindi non si fa certo pregareIl governo ha ereditato un sistema dell'istruzione competitivo, ma con la riforma della Gelmini sta distruggendo una delle istituzioni pubbliche più importanti dell'Italia”. Generoso modo di definire un sistema che, secondo un rapporto dell’OCSE, risalente a ben prima che il duo Berlusconi-Gelmini iniziasse la sua azione devastatrice, sfornava “studenti che non riescono reggere il confronto con i compagni degli altri 30 paesi aderenti all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e laureati che spesso restano disoccupati”.

Non solo, il sistema scolastico italiano, prima della sua gelminizzazione forzata, poteva vantarsi di essere  “al 37° posto per competenza nelle materie scientifiche (mentre prima è la Finlandia ), e 33° posto nella lettura, (tra i primi tre Corea del Sud, Finlandia, Hong Kong), al 38° posto per le conoscenze matematiche (primi Taiwan, Finlandia, Hong Kong). Seguita, tra i Paesi europei, solo da Grecia, Portogallo, Bulgaria e Romania”. Quel che si dice un "sistema competitivo".

Postilla: La polemica che mette in cima ai suoi stendardi lo slogan della difesa della scuola pubblica si fonda sul classico equivoco secondo cui ciò che è pubblico deve necessariamente essere statale.
Un riflesso condizionato che va forte a sinistra, ma dovrebbe lasciare al mAssimo tiepido chi si dichiara liberale.
Certo, poi ti accorgi che i Granata e i Bocchino trattano la questione con toni pressoché indistinguibili da quelli dei Bersani e dei Franceschini e ti dici che qualcosa non torna.
O forse qualcuno non è chi dice di essere ed inizia a provarci gusto a stare tra gli indignati cronici. Troveranno spazio anche per loro: nella grande piazza progressista c'è posto per tutti.

4 commenti:

  1. Complimenti a quel demente, analfabeta che ha scritto questa porcheria di articolo. Si nota subitoche è fermo all'ottocento. Complimenti a lui e alla ministra che è andata sino alla calabria per superare gli esami. E' proprio una cima di c.....Svegliatevi ladri, incompetenti.

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  2. Grazie anonimo, il tuo commento illumina il blog e, se ce ne fosse bisogno, ci ricorda con che tipo di soggetti abbiamo a che fare.
    Salute, fronte della civiltà e della cultura.

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  3. Beh,
    proprio in virtù dei dati citati nell'articolo in questione, faccio notare che per gran parte di questi ultimi quasi ventanni di Berlusconi in politica, al Governo c'è stato lui,
    perciò il merito di tali eclatanti risultati relativi alla Scuola Pubblica è in buona parte suo
    Ma non pago dei risultati ottenuti,
    ora si appresta ad assestare il colpo di grazia
    ad uno dei più importanti Servizi di una Nazione Progredita

    Ci sono almeno 3 ottime motivazioni che determinano questa linea, di cui darò solo un breve accenno in questa sede:
    - una motivazione ideologica
    Giacchè la Scuola Pubblica è da lui vista come "Focolaio di Comunisti"
    - una motivazione economica
    Derivata dal fatto che la Scuola Pubblica è per lo Stato un Costo, mentre la Scuola Privata è una Attività sulla quale è possibile imporre tasse
    - una motivazione polica
    Relativa al fatto che buona parte delle Scuole Private in Italia sono gestite da enti collegati al Mondo Cattolico, con il quale
    Berlusconi vorrebbe fare pace dopo gli ultimi battibecchi, dopo tutto è il suo partito che deve rappresentare valori della famiglia vecchio stile no ?

    Ma è cmq innegabile che la Politica di questa Governo sia decisamente contraria alla Cultura intesa come Apertuta Mentale
    (basti vedere chi sono i Ministri scelti per
    Pubblica Istruzione e Università e Beni e Attività Culturali)
    e che favorisca invece una Cultura prettamente tecnica (il che non significa scientifica attenzione!) e orientata alla produzione

    Lo si legge anche all'interno della citazione del Post, quando viene detto che
    "... spesso restano disoccupati"
    Con questa abile affermazione,
    il Premier cerca di scaricare sulla Pubblica Istruzione le sue colpe (relative ad es alla Mancanza delle Riforme Strutturali che dovrebbero favorire la Ripresa Economica, vedi richieste di Marcegaglia) in modo tale
    da avere la scusa per procedere
    con il lungo elenco di tagli che è uso chiamare Riforma ...

    Van Halen

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  4. ahahaha la Marcegaglia ....ahahahahahahahahahahaha

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