ADNKronos Politica


venerdì 4 marzo 2011

Il Travaglio Prescritto



La notizia è di quelle ghiotte, sarà per questo che i soliti “giornaloni” hanno accuratamente evitato di parlarne, occupati come a sono a sviscerare, in modalità multilingua, le mille sfaccettature della vita privata della neo-debuttante Ruby e delle sue “sorelle”.
Vediamo i fatti: nel lontano 2002 Marco Travaglio scrive un pezzo dal titolo “Patto Scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d'onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi”. Non eravamo ancora nell’era degli Spatuzza ma la storia del partito di Berlusconi nato fare da sponda a “cosa nostra” andava già forte su L’Espresso e dintorni.

In particolare l’articolo racconta la storia di Luigi Ilardo, un mafioso in odore di pentimento fatto fuori dalla mafia prima che potesse raccontare la sua verità ai Procuratori della Repubblica di Palermo, e del colonnello dei Carabinieri Michele Riccio, che aveva raccolto le rivelazioni di Ilardo e denuncerà in seguito alla Procura di Palermo di aver partecipato ad una riunione, presso lo studio di Carlo Taormina, suo avvocato, in cui, a suo dire, gli venne chiesto di mettere il silenziatore agli appunti sui colloqui con il neo-pentito oltre a cercare di dare una mano a Dell’Utri nei suoi processi.

Travaglio cita il verbale delle dichiarazioni rese dal colonnello Riccio e si sofferma sulla presenza, a quella riunione, di un uomo politico allora particolarmente in vista "In quell'occasione, come in altre, presso lo studio dell'avv. Taormina era presente anche l'onorevole Previti".

Chi legge l’articolo fa 2+2 e conclude che Previti ha preso parte a quell’adunata animata da loschi propositi e, vista la sua caratura nel panorama politico dell’epoca, ne deve essere stato certamente un partecipante attivo, se non addirittura il promotore.
Peccato però che Travaglio sul più bello si distragga e dimentichi di riportare la frase per intero omettendo proprio la parte in cui guarda caso Riccio afferma “Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri”.

Scatta la denuncia per diffamazione che porta alle condanne in Primo Grado e in Appello, la condotta di Travaglio viene giudicata di “provata dolosità”. Sfortunatamente però la motivazione della sentenza della Corte d’Appello impiega quasi un anno per essere depositata (contro i sessanta giorni di prassi) e il reato cade in prescrizione. Tanti saluti.

La vicenda giudiziaria si chiude quindi qui, però abbiamo un problema. Eh si perché chi si abbevera ogni giovedì sera alla fonte del “Vangelo secondo Marco”, che ci viene proposto a pillole di 5 minuti a settimana nel corso di “Annozero”, oltre ai mille e più motivi per cui Berlusconi andrebbe giustiziato sulla pubblica piazza, ha imparato due cose: che “un prescritto non è un innocente” e che “un innocente non può accettare di essere un prescritto”.

In questo caso, a quanto pare, l’imputato Marco Travaglio ha accettato di buon grado di beneficiare della prescrizione, dato che non si hanno notizie di sdegnose rinunce. Chissà se qualcuno si ricorderà di parlarne giovedì prossimo su Raidue…

3 commenti:

  1. ma vedi... la leggera differenza è che Travaglio non è un politico.. e chi se ne frega di travaglio. Lo sai qual'è la differenza tra uno che vota centrosinistra e uno che vota centrodestra... semplicemente che quelli che votano cs se sbaglia un politico di sinistra non hanno nessun timore reverenziale a dirglielo o mandarlo a quel paese, mentre quelli che votano cd se un loro politico sbaglia lo difendono anche di fronte all'evidenza.... contenti voi.

    RispondiElimina
  2. Oh Anonimo, se non ti trattieni un pochetto alla prossima scriverai - dopo "Travaglio non e' un politico" - che il papa non e' un cattolico...

    Stefano

    RispondiElimina
  3. Travaglio non è un politico. Proprio come Bersani.

    RispondiElimina