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venerdì 11 novembre 2011

Dall'alto dei Monti

E così sta per esserci servita la prelibatezza raffinata del governo tecnico, condita con salsa di larghe intese e una spruzzata di emergenza nazionale. Roba per palati fini.
Non è la prima volta che il Governo Monti spunta come possibile toccasana per le perenni crisi di mezza legislatura della politica italiana, ma stavolta ci siamo, lo scenario è di quelli ideali, i palazzi romani lo hanno fiutato e non molleranno la presa.

Ecco in sintesi quello che sta succedendo:
Un ex senatore a vita (quindi una stimabilissima persona che sedeva in parlamento senza che nessuno lo avesse votato per starci, almeno in quella legislatura), scelto in seguito dai partiti per fare il Presidente della Repubblica, sta per conferire l’incarico di presiedere il governo ad un eminente professore, a sua volta appena entrato nel club dei senatori a vita senza che anima viva l’abbia mai votato, né in questa né in altre legislature.
Il tutto con il plauso pressoché unanime della politica “per bene” e dei giornaloni tutti.
Non male per un paese in cui uno degli sport nazionali degli ultimi 5 anni è stato quello di definire “illegittimo” il parlamento in quanto fatto da nominati e non da eletti.

Mario Monti è un personaggio rispettabile e capace, e se riuscisse a formare questo governo di responsabilità nazionale, o come diavolo lo volete chiamare, potrebbe anche essere il miglior Premier della storia repubblicana (salvo poi trovarsi, come tutti quelli che lo hanno preceduto, a dover scendere a compromessi al ribasso con le forze parlamentari che lo sostengono), ma questo non cambia il fatto che quello che sta avvenendo all’ombra del Colle sarebbe roba da marziani in qualunque paese dove “democrazia” non è solo una parola buona per coniare slogan da manifesto elettorale.

Provate ad andare negli Stati Uniti e a dire ad un cittadino medio scelto a caso che il suo Presidente sta per essere rimpiazzato, non dal suo vice (quindi a sua volta eletto), ma da signore che si, è vero, è sconosciuto ai 9/10 della popolazione del suo paese, però ha le pareti dello studio piene zeppe di attestati di stima incorniciati provenienti da mezzo mondo. Insomma tu magari non l’hai mai sentito nominare, ma guarda che all’estero lo conoscono tutti!
Non importa che quel cittadino medio sia un Repubblicano o un Democratico, vi guarderà come se foste una specie di golpista e, se avrete la fortuna di non essere presi troppo sul serio, vi farà una bella risata in faccia.

Certo gli americani il loro Presidente se lo eleggono, non come noi che abbiamo una Costituzione fatta apposta per lasciare al Capo dello Stato e al parlamento ampi spazi per “correggere” a posteriori i compiti che quegli sprovveduti degli elettori italiani puntualmente sbagliano dentro la cabina elettorale. Ragazzacci, ma quando imparerete a votare le persone giuste? Bisogna proprio insegnarvi tutto.
Ed è proprio quello che sta succedendo in queste ore: lo scenario che pare delinearsi è quello di un governo calato dall’alto, senza nessuna legittimazione popolare, ma con percentuali di adesione bulgare tra gli editorialisti.
E si sa che per chi vive nei palazzi la realtà è quella che si legge sui giornali, quindi va benissimo così: magari il film non lo andrà a vedere nessuno ma per la critica sarà un successo.

In tutto questo fanno sempre più tenerezza quei transfughi del PdL che hanno fatto mancare il loro voto al governo vaneggiando di ipotetici esecutivi di centrodestra, rispettosi del risultato elettorale del 2008 ma allargati ai centristi, e che adesso stanno per incassare il bel risultato di trovarsi in maggioranza con Bersani e Francheschini e l’appoggio esterno (sebbene a tempo) di Vendola. Per fare cosa poi? Oltre a farsi la guerra a vicenda (in vista di una campagna elettorale che comunque presto sarà alle porte) non è dato saperlo.
Bel colpo, dalla Carlucci ad Antonione ne avevamo di statisti in sonno, forse troppi per una maggioranza sola…

Uno spettacolo ancor più triste se si considera che, visto come sono andate le cose, forse in questo momento davvero non abbiamo alternative.
In Grecia da ieri hanno un Premier ex banchiere della BCE, noi forse da dopodomani avremo un capo dell’esecutivo bravissimo, ma del quale la gente, il cosiddetto popolo sovrano, non conosceva nemmeno il suono della voce prima delle interviste di repertorio dei TG di ieri sera. Ecco a che punto sta la nostra sovranità popolare.

Per fortuna tra un paio di mesi si parte sul serio con la campagna presidenziale negli Stati Uniti: un po’ di democrazia vera, anche se vista e respirata a distanza, fa sempre bene alla salute.

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